A Tonino Casolaro, ti sia dolce il riposo
Di Rino Malinconico.
“Alcune morti sono più leggere di una piuma e altre sono più pesanti del Monte Tai”. Mao si riferiva a coloro che avevano speso la loro vita a fianco degli sfruttati e degli oppressi. Ma per me, e per tanti altri, oggi che Tonino, Antonio Casolaro, ha terminato la sua vicenda terrena, il vuoto si presenta ancora più irrimediabile. Non ci lascia solo un compagno di straordinario valore, punto di riferimento e presenza viva nella sinistra di alternativa degli anni Settanta e poi nel sindacalismo di base. In Campania e fuori dalla Campania.
A venir meno è soprattutto la sua voce calda e profondamente umana, il tono gentile di chi è sapiente, e però lontanissimo dalla boria dei sapienti. Perdiamoci davvero molto. E molto ci mancherà quella sua conversazione densa e aggraziata, che metteva spontaneamente assieme la cultura raffinata del marxismo umanistico e le espressioni briose della grande tradizione napoletana.
Figlio di Napoli e di un secolo pieno di chiaroscuri, è dal 1939 che Tonino ha costantemente camminato “dalla parte del torto”, a cuore aperto verso chi gli veniva incontro; e restando incancellabile nell’animo di chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo. In altre epoche si sarebbe parlato di un magistero morale prima ancora che intellettuale: con una moralità priva di moralismo e con una intelligenza priva di sofismi.E poi mancherà a me, e a tanti altri, un amico insostituibile.







