Era da tempo che ci giravamo intorno, più con la nostalgia, per quello che era stato quel giornale di 4 pagine, che con la forza ed il vigore di chi vorrebbe riprendere un percorso che, per anni, ha dato voce agli ultimi e ha denunciato l’ingiustizia sociale e la violenza delle guerre diffuse sul nostro pianeta.
Montagne insormontabili ci hanno impedito, in questi anni, di riprendere quel cammino. In particolare, ha fatto da freno il significativo impegno economico, un gruppo redazionale che si era disperso negli ultimi anni nelle diverse esigenze ed emergenze della vita e del lavoro, la stessa difficoltà a ripensare Impronte Sociali con un abito differente da quello confezionato della rotativa: ovvero, quel giornale che odora di fresco stampa e ti tinge i polpastrelli di inchiostro mentre sfogli quelle pagine ricche di umanità sofferente, ma anche piene di entusiasmo nel testimoniare pratiche ed esperienze che parlavano di un mondo migliore possibile.
La comunicazione digitale e la veloce trasformazione dei canali informativi, sempre più affidati alla rete internet e ai social, ha sostituito i giornali come contenitori di notizie, con i rischi inevitabili di perdita di controllo delle fonti informative e della verifica delle stesse. Resta, comunque, praticabile un canale (internet) che attraverso i giusti linguaggi e competenze consente di realizzare uno strumento informativo innovativo, potenzialmente, con la stessa dirompente forza di essere una voce per i diritti e di denuncia delle ingiustizie.
Il lock down ci ha costretto ad un uso intenso della comunicazione attraverso internet e la stessa informazione tradizionale si è riorganizzata a fare TV e servizi senza necessariamente essere in presenza, nello studio. L’attività in remoto è divenuta familiare ed ha contagiato anche noi, che abbiamo provato a fare delle dirette video con ospiti anche in aree nazionali differenti e abbiamo implementato l’attività di informazione di buone pratiche che nella crisi del coronavirus hanno contribuito a sostenere la forte crisi economica e di esistenza di tantissimi nuclei familiari.
Questa modalità è stata la spinta che ci voleva per farci guardare Impronte Sociali con gli abiti nuovi, quelli moderni della multimedialità (un network informativo scritto, video e radio), ma con il cuore di sempre: ovvero, di dare voce agli afoni del nostro tempo, di accogliere il diritto ad essere cittadini di questo mondo per tutti i migranti che guerre, carestie e povertà estrema spingono al nomadismo della sopravvivenza, di far conoscere le buone prassi di associazioni e del volontariato diffuso che con il loro agire alimentano quel sogno di un mondo migliore possibile. Impronte Sociali sarà anche un luogo di riflessione sui cambiamenti sociali ed economici che stanno avvenendo intorno a noi, di attenzione alla difesa ambientalista del nostro pianeta, rispettoso delle diverse culture e dei popoli che lo abitano.
Impronte Sociali avrà come indirizzo www.improntesociali.it e a partire da questo 5 giugno sarà il riferimento per quanti non vogliono arrendersi, che vogliono conservare Memoria sui drammi che l’umanità sofferente è stata costretta a subire. Anche la data non è stata casuale: è il nostro modo di voler tenere accesa una luce su quella strage infinita alle porte di casa nostra, nel Mediterraneo mare di Pace, diventato tomba per migliaia e migliaia di migranti naufragati con il sogno di un futuro migliore. Il 5 giugno 2018, perdono la vita 52 persone rovesciandosi da un barcone al largo delle coste tunisine: uno dei tanti naufragi sui quali la voce del silenzio acquieta le coscienze dei tanti che gridano prima gli italiani! dimenticandosi che, senza se e senza ma, vengono prima le persone, quale che sia la provenienza, quale che sia la destinazione.
Impronte Sociali sarà il luogo della Memoria, affinché mai cali il silenzio sull’orrore del nazifascismo, sarà la casa delle differenze, dove tutte e tutti possono avere diritto di cittadinanza, sarà un argine a difesa della Costituzione democratica ed antifascista nata dalla lotta partigiana.
Quest’avventura ricomincia con compagni di strada che da anni sono impegnati nel lavoro di base con i migranti, nella difesa dei beni comuni, nel sostegno alle fasce più in difficoltà della popolazione: Yabasta di Scisciano (NA) e Nova Koinè di Marigliano (NA) sono, con noi di Melagrana, tra i promotori; ma l’obiettivo è ancora più ambizioso, ovvero di coinvolgere altre realtà regionali e nazionali per dare forza e maggiore eco alle parole/concetto che vogliamo declinare: Pace, rifiuto della guerra, cittadinanza, accoglienza, lavoro, lotta alle povertà diffuse, tutela dei beni comuni, uguaglianza ed equità sociale, diritto al gioco, diritto alla cura e ad avere una istruzione.
Vogliamo declinare il diritto al sogno, per un domani migliore.