Il 1° novembre è la giornata internazionale dei vegani, oltre le critiche sui social ed i reels che spopolano su come preparare in tre semplici mosse un piatto vegano e salutare, vediamo quanto ne sappiamo davvero su questo stile di vita.
Articolo a cura di Alessandra D’Ambrosio
La storia
Il 30 settembre 1847 a Ramsgate (Inghilterra) venne fondata la prima organizzazione vegetariana esistente al mondo, la Vegetarian Society di cui entrò a far parte sin da subito, divenendone poi dirigente, il Mahatma Gandhi. Successivamente tra i componenti nacque la questione su quanto fosse etico consumare prodotti caseari, creando così una frattura che divise da un lato i vegetariani e dall’altro i vegani e che portò alla fondazione della prima Vegan Society nel 1944 grazie a Donald Watson ed Elsie Shrigley.
La quintessenza del veganesimo
Dal 1945 fino ad oggi il veganesimo è un concetto che si è sviluppato in tutto il mondo, fino ad essere considerato non solo una scelta etica ed una filosofia di vita ma anche come una mera scelta alimentare poiché considerato molto più salutare di una tradizionale dieta onnivora. L’essenza del veganesimo emerge fortemente dalle parole del fondatore D. Watson che afferma: “Possiamo vedere abbastanza chiaramente che la nostra civiltà attuale è costruita sullo sfruttamento degli animali, proprio come le civiltà del passato sono state costruite sullo sfruttamento degli schiavi, e crediamo che il destino spirituale dell’uomo sia tale che col tempo vedrà con orrore l’idea che gli uomini una volta si nutrivano dei prodotti del corpo degli animali “.
Lo sfruttamento di cui parla Watson, oggi si collega direttamente con il “cambiamento climatico” e l’enorme sfruttamento che si sta facendo delle risorse del nostro pianeta per garantire la massiccia produzione industriale alimentare.
Una scelta che non scende a compromessi
Ma cosa c’entra il cambiamento climatico con l’alimentazione? Non è più così scontato pensare che quello che portiamo sulle nostre tavole sia salutare o tantomeno che non produca effetti collaterali sia per la nostra salute che per il nostro pianeta. Essere vegano significa che la prima scelta che si fa, smettendo di mangiare carne e derivati, è quella di dire basta agli allevamenti intensivi, all’inquinamento che provocano e alle condizioni disumane in cui gli animali sono costretti a vivere, scandendo ogni singolo momento con la sofferenza. Avete mai visto gli occhi di un animale in un allevamento? Sicuramente riescono a comunicare più di quello che possiamo immaginare.
E tu avresti il coraggio di affrontarli?
Quello che l’industria alimentare nasconde
Perché allora questo fenomeno viene contrastato in modo duro e i vegani molto spesso vengono derisi? In un paese come l’Italia, dove esiste una cultura del cibo senza eguali, è facile pensare che essere vegano sia qualcosa che va contro ogni regola del gusto e sicuramente saranno state molte le nonne italiane a capitolare dopo aver saputo di non poter più cucinare ‘e purpett ad un proprio nipote ma la realtà è ben diversa.
La problematica sta sicuramente nel fatto che non esiste una campagna di sensibilizzazione dura contro allevamenti e macelli, le persone vedono la carne, il pesce, il latte o le uova solo come prodotto finito. Se davvero si conoscesse a fondo tutto il percorso che viene fatto compiere all’animale dalla nascita, che avviene già in allevamento, in gabbia, senza lo spazio necessario per muoversi, alimentati con mangimi che contengono antibiotici e ormoni, allora si avrebbe più consapevolezza non solo della loro condizione di sofferenza ma anche di cosa arriva sulle nostre tavole.
La chiave di tutto è la consapevolezza
Non esistono più prodotti alimentari totalmente sicuri, la presenza di microplastiche nel pescato è allarmante, i terreni agricoli non sono stati risparmiati, l’uso di pesticidi compromette la qualità di frutta e verdura, di conseguenza anche vegani e vegetariani si ritrovano a non sapere cosa mangiano. Tutto ciò è accaduto poiché l’alimentazione è stata compromessa dall’industria che trova mille modi per rendere più appetibili i prodotti naturali, aggiungendo così tanti additivi, conservanti, zuccheri distruggendo i nutrienti del prodotto stesso.
Dunque, è bene che si inizi a saper leggere le etichette e gli ingredienti, cercando di non cadere negli specchietti per le allodole che molto spesso sono rappresentati dalle pubblicità dei prodotti e dalle loro accattivanti confezioni. La mole di cibo che ogni giorno viene prodotta dall’industria in tutto il mondo è spaventosa e, purtroppo, non tutto quello che viene prodotto è sano. Bisogna sempre pensare con la propria testa e, che si abbracci una dieta onnivora o vegana, capire cosa sia più giusto, etico e salutare mettere nel nostro piatto.