Dopo 4 anni di silenzio dal carcere di Imrali, arrivano notizie di Ocalan. Il nipote Omer ha visitato il carcere e incontrato il leader del PKK: è in buone condizioni.
Nemmeno i suoi avvocati erano a conoscenza della sua sorte. Da 4 anni, le autorità turche impedivano ai familiari e ai legali di vedere Abdullah Ocalan, detenuto dal 1999 nell’isola-carcere di Imrali. Ora finalmente sono arrivate notizie che smentiscono le tante voci sulla sua sorte. Il silenzio forzato si è interrotto ieri 23 ottobre, quando il deputato DEM Omer Ocalan, nipote di Abdullah, si è recato ad Imrali.
In primo luogo Omer smentisce le voci che volevano il leader del Partito dei Lavoratori malato o peggio: Ocalan è apparso in condizioni stabili e buone, stando a quanto dichiarato dal nipote su X. Ocalan poi, si è detto “pronto a spostare il processo dal piano della violenza a quello legale e politico”. Questa dichiarazione però non sembra essere, come qualcuno potrebbe pensare, una rinuncia a quelli che sono stati i principi fondativi del PKK. Piuttosto Ocalan si è detto pronto a discutere un futuro processo di pace con la Turchia, ma solo e soltanto se, le condizioni fossero giuste per la causa kurda.
Ad oggi la figura di Ocalan e soprattutto la sua caratura intellettuale e politica non sono cadute affatto nell’oblio della discussione sul Kurdistan. Ocalan è un leader di rilievo ed è tenuto in grande considerazione anche dai suoi stessi nemici. A dimostrazione di ciò vi è la dichiarazione di Devlet Bahceli, del partito nazionalista MHP, alleato di Erdogan, il quale si è detto pronto ad ascoltare Ocalan quando quest’ultimo dichiarerà conclusa ufficialmente la fase della lotta armata. Evidentemente, i turchi temono la portata di Ocalan e possono immaginare la massa di kurdi pronta a seguirlo.