Il 15 febbraio 2024 ha segnato il 25° anniversario del rapimento di Abdullah Öcalan, catturato a Nairobi nel 1999. Da mesi non si hanno più notizie sulle sue condizione nonostante decine di appelli internazionali. In Italia c’è stata una giornata di mobilitazione in piazza per ricordare il suo impegno e chiederne la liberazione.
Abdullah Öcalan è prigioniero da 25 anni del governo turco, detenuto nel carcere di Imrali, un’isoletta a largo della Turchia, interamente dedicata al centro di detenzione per prigionieri politici. La giustizia c’entra ben poco: Öcalan è stato catturato a seguito di un complotto internazionale in quanto leader del PKK e fine pensatore. La sua figura carismatica è sempre stata una spina nel fianco del governo turco, il quale ha sfruttato la propria influenza politica e i rapporti diplomatici per ordire un complotto contro i kurdi. A causa delle pressioni turche, il PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche di molti paesi nel mondo e Öcalan è stato classificato come terrorista.
Il rapimento
Il complotto internazionale funzionò: il 15 febbraio 1999 Öcalan venne rapito a Nairobi in Kenya, dopo che il 9 ottobre 1998 era stato diramato un mandato di cattura internazionale a suo carico. All’epoca egli stava compiendo un viaggio per cercare una soluzione politica alla questione kurda. Venne subito condotto nell’isola-prigione di Imrali e per 10 anni fu l’unico prigioniero in quella struttura. Dal 2009 il carcere ospita altri sei detenuti, ma sono tutti isolati l’uno dall’altro e non vi sono possibilità d’incontro.
Carcere di Imrali: le condizioni
Nell’isola-prigione di Imrali, Öcalan non è trattato come un comune detenuto, anzi. Dal 2011 le condizioni di prigionia si sono inasprite e dal 27 luglio di quell’anno, ha potuto incontrare i suoi avvocati soltanto 5 volte nel 2019. Ciò è stato reso possibile solo grazie alla pressione dell’opinione pubblica internazionale ma soprattutto grazie ad un massiccio sciopero della fame che ha coinvolto migliaia di kurdi in tutto il mondo. L’ultimo incontro faccia a faccia è stato con il fratello, il 3 marzo 2020. Le comunicazioni telefoniche con la famiglia invece, soltanto due in 25 anni; l’ultima il 25 marzo 2021, interrotta dopo due minuti. Da 35 mesi però, non si hanno più sue notizie.
Il mistero sulla sorte di Öcalan
Non si sa più nulla della sorte di Öcalan. Da Imrali non arrivano più notizie sue e dei 3 detenuti kurdi che erano con lui. Nonostante le richieste dei legali, dei familiari e delle organizzazioni kurde internazionali, non arriva alcuna risposta, se non un silenzio colpevole e preoccupante. Ad oggi è lecito pensare a qualunque cosa, ma la cosa certa è che il governo di Erdogan deve aver compreso l’enorme peso intellettuale che Öcalan porta con sè e l’influenza che il suo pensiero politico riesce ad avere nonostante l’isolamento. Nonostante tale condizione infatti, è riuscito a far trapelare alcuni scritti importanti tra cui Sociologia della libertà, considerato lo scritto comprendente tutto il suo pensiero.
Öcalan e la causa kurda
Se l’intento della Turchia era smettere di parlare di Öcalan affinché venisse dimenticato, la missione è ampiamente fallita. Ad oggi Öcalan è riconosciuto come leader politico, faro per migliaia di kurdi e simbolo di un’ingiustizia lunga oltre un secolo e che perdura negli effetti più aspri ancora oggi. Ad Öcalan si attribuisce anche il modello politico del confederalismo democratico, attualmente applicato e concreto nella regione del Rojava. La sua detenzione è da ritenersi ancora più ingiusta se si pensa che a lui si devono gli unici periodi di pace nel conflitto tra Kurdi e Turchia; fu proprio Öcalan a partecipare ai negoziati in passato e a promuovere uno stop alle violenze, seppur temporaneo. Per questo motivo è auspicabile che la sua liberazione possa contribuire alla soluzione politica della questione kurda, mentre al contrario, la detenzione forzata e ostinata, promuove solo l’escalation.
Mobilitazione
Dal 2023 gli attivisti kurdi e le varie associazioni in giro per il mondo hanno lanciato una nuova campagna di mobilitazione permanente per la liberazione di Öcalan. La campagna “Libertà per Abdullah Öcalan, soluzione politica per la questione kurda” ha proposto a coloro che, kurdi o meno, credono nella democrazia e nella libertà, un momento concreto di protesta e mobilitazione. Questo momento ha avuto il culmine il 15 febbraio 2024, giorno del venticinquesimo anniversario del rapimento del leader kurdo. Per questo motivo, anche in Italia, nelle piazze di Roma e Milano, le associazioni kurde si sono incontrate con tantissimi italiani attivi per chiedere il rilascio di Öcalan per una soluzione politica.