Domenica 8 gennaio migliaia di sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro hanno assaltato i palazzi delle istituzioni brasiliane, tra cui il Parlamento, Palazzo Planalto e la Corte suprema, situati a Brasilia, capitale dello Stato latino-americano. Dopo forti ondate di caos, la polizia è riuscita a riprendere il controllo. L’evento ha oltretutto suscitato dure reazioni a livello internazionale.
Riceviamo e pubblichiamo, articolo a cura di Melissa Melillo
Il “tentato” colpo di Stato
Il Brasile ha conosciuto ore di caos nella giornata di domenica 8 gennaio, quando i bolsonaristi hanno preso di mira il Parlamento attaccandolo; parallelamente, in molte città del paese si sono verificate manifestazioni di ampia portata, che hanno contribuito ad intaccare l’ordine nazionale. L’assalto è stato indirizzato anche alla Corte Suprema e in particolare a Palazzo Planalto, la residenza dell’attuale presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, il quale, durante l’episodio, si trovava nello Stato di San Paolo. I rivoltosi hanno sfondato in un primo momento il blocco della polizia militare e si sono abbandonati a veri e propri atti di vandalismo. Le forze di polizia sono riuscite a riprendere il controllo, evacuando i manifestanti dagli edifici istituzionali e arrestandoli.
Le cause dell’assalto
La sconfitta elettorale di Jair Bolsonaro nella competizione con l’attuale Presidente del Brasile ha dato vita ad un forte malcontento dei sostenitori del leader politico di destra, malcontento che, a sua volta, ha provocato l’assalto alle sedi istituzionali. Lo scontro politico è stato particolarmente duro e ha prodotto una profonda frattura interna alla nazione. La crepa è stata causata essenzialmente dalla vittoria della sinistra, dovuta al 50,90% delle preferenze espresse da parte degli elettori. Nello specifico, il pretesto, colpevole di aver originato la rivolta, sarebbe stato il presunto broglio elettorale realizzatosi in ottobre, nonostante non ci siano circostanze concrete che possano avvalorare questa tesi. Inoltre, l’assalto poteva dirsi prevedibile, vista la frustrazione degli elettori di destra, i quali si erano accampati in segno di protesta davanti al Quartier generale dell’esercito a Brasilia subito dopo il secondo turno delle elezioni.
Le conseguenze a livello nazionale
Il presidente Lula ha immediatamente tenuto una riunione d’emergenza con i ministri dell’esecutivo, comunicando la sua intenzione di punire prontamente tutti i responsabili dell’attentato. Ha poi convocato un’ulteriore riunione di emergenza successivamente alla diffusione di voci di connivenza di parte della polizia e dei servizi segreti nei confronti degli assalitori di Brasilia. In aggiunta, ha definito gli assalti “atti terroristici, vandalici e golpisti”, mentre Bolsonaro ha rigettato tutte quelle accuse che lo collocano alla base dell’attacco stesso. La maggior parte dei manifestanti è stata arrestata e soggetta all’azione delle forze dell’ordine. Nonostante le cautele utilizzate, i sostenitori del leader di destra sono stati in grado di schivare le stesse misure di sicurezza, causando ingenti danni ai palazzi sotto attacco.
La condanna della comunità internazionale
L’episodio ha scatenato dure reazioni anche da parte di molti attori a livello internazionale, sostenitori dei principi democratici. In particolare, l’Unione Europea ha fortemente espresso la sua preoccupazione per la situazione attuale in Brasile. Il Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, Charles Michel, ha condannato l’assalto alle istituzioni democratiche brasiliane e ha espresso “pieno sostegno al Presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere”. L’Unione Europea ha puntualizzato la necessità di preservare e rispettare la democrazia. Critica quanto accaduto anche la leader italiana Giorgia Meloni, la quale ha mostrato solidarietà alle istituzioni. Sulla stessa linea si posiziona anche il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in quanto l’evento richiama per certi aspetti lo stesso assalto a Capitol Hill dei sostenitori di Trump successivamente all’insediamento dell’attuale leader statunitense.
Un quadro generale
È sicuramente necessario prendere atto dei precedenti storici del Brasile e dell’eredità che le dittature hanno ceduto alle forze di sicurezza del paese sudamericano, le quali sono infatti ancora molto restie rispetto alla condivisione di idee democratiche e decisamente ipersensibili alla corruzione. Sicuramente il bolsonarismo ha accentuato i contrasti tra la destra e la sinistra, intensificando l’opposizione dei suoi seguaci alle forze democratiche. Sebbene sia un singolo episodio, l’attacco a Brasilia rappresenta un problema di enorme gravità per la stabilità della democrazia in Brasile e più in generale in America Latina, data l’influenza che il paese esercita su tutta la regione. In fin dei conti, sarebbe plausibile adottare tutte le misure necessarie che permettano di tutelare il sistema democratico.