Pace in Ucraina: grande attesa per sabato 5 novembre, alla manifestazione Europe for Peace, per la quale nella Capitale arriveranno un milione di persone. Lo scopo è gridare NO alla guerra.
La guerra non è mai una soluzione. Lo sanno i popoli che la subiscono e quelli che ne pagano le conseguenze indirette. Per questo motivo l’Europa scenderà in piazza sabato 5 novembre: si griderà NO alla guerra, per chiedere lo stop all’uso delle armi e che si dia inizio ad una risoluzione diplomatica del conflitto. Le violenze in Ucraina vanno avanti ormai da 9 mesi; le autorità di Russia e Ucraina, dopo i primi vacui tentativi diplomatici si sono allontanate ed oggi, è tutto un rincorrersi di minacce e ripercussioni reciproche. Al gesto sconsiderato di Putin di invadere il vicino ucraino, ha fatto seguito l’altrettanto ingiusta risposta della NATO e di altri paesi europei, che stanno finanziando le truppe ucraine e supportandole con l’invio di armi all’avanguardia.
Lo spettro della guerra
Con l’inasprirsi del conflitto e con la rottura dei rapporti tra Russia e Occidente, pare che la crisi sia dietro l’angolo. Ormai ad ogni dichiarazione dell’una o dell’altra fazione, fa seguito una minaccia di inasprire ancora di più il conflitto, sino ad arrivare allo scontro nucleare. Fino a poco tempo fa, quello delle armi nucleari era solo uno strumento di deterrenza, uno spauracchio per intimorire gli avversari e farli desistere dall’intraprendere iniziative ostili. Oggi gli analisti parlano di un rischio concreto che prima o poi possano essere usate per prevalere. Uno scenario che bisogna scongiurare a tutti i costi, perchè le conseguenze sarebbero irreparabili. La pace, in questa prospettiva è praticamente un obbligo, per poter continuare ad avere un pianeta su cui costruire un futuro migliore.
I popoli vogliono la Pace
Il governo italiano, segue la scia dei partner europei e atlantici, ritenendo inevitabile l’invio di armi all’Ucraina per scongiurare il “pericolo russo”. I governi lo ritengono inevitabile, mentre i popoli chiedono a gran voce che cessino le armi e che si ritorni al dialogo. Associazioni, partiti, sindacati, ma anche semplici cittadini, muoveranno verso Roma per una marcia pacifica, per dimostrare, anche visivamente, che il popolo è dalla parte della Pace e non vuole la guerra. Ripudiare la guerra è un diritto, sancito anche a livello costituzionale. Alla luce delle decine di migliaia di vittime che il conflitto ha già generato e sotto la possibilità di una catastrofe nucleare alle porte, l’imperativo è ribadire la contrarietà dei popoli a questa guerra.
Il corteo di Roma
Tutti in piazza a Roma, Sabato 5 novembre quindi. A gridare NO alla guerra, sono attese circa un milione di persone. Un milione di persone che scelgono di non schierarsi, nè con la NATO nè con Putin, ma di scegliere la via della Pace. Le istanze della piazza sono precise e ben delineate: tregua immediata al conflitto in Ucraina e immediata apertura delle trattative. Le autorità italiane saranno invitate a non soffiare più sul fuoco, e a non supportare più le tesi guerrafondaie. Il corteo vale anche come critica a quanti sostengono la linea dei governi e del fronte bellicista che ritiene il solo ritiro delle truppe russe quale unica precondizione per l’apertura delle trattative. Il tutto si traduce in un colpevole silenzio a cui la piazza vuole rispondere.
Costruttori di Pace
Per costruire la pace occorre che tacciano immediatamente le armi; occorre che Russia e Ucraina tornino a parlarsi e che gli attori esterni come la NATO facciano da intermediari e non da finanziatori di materiale bellico. Inoltre è necessaria la messa al bando delle armi nucleari, ed il ripristino di una logica della non violenza. Queste ed altre saranno le tematiche portate in piazza a Roma per Europe for Peace. Costruire la Pace è un obiettivo non più procrastinabile. Noi ci saremo!