Un importante convegno sul tema ambientale quello organizzato ieri dall’Associazione Il Fare PerBene di Brusciano. Il clima e il suolo sono stati il centro della discussione: affrontare i problemi partendo dal basso per cambiare stili di vita e cultura dell’urbanizzazione.
Ieri 18 novembre si è parlato di ambiente a Brusciano. Di clima e suolo. L’inquinamento da polveri sottili, quasi sempre derivanti da attività umane, e il consumo di suolo, in un territorio in cui quasi l’intero perimetro comunale è stato cementificato ed in cui, i vincoli ambientali previsti dalla normativa non vengono rispettati. Il convegno “Clima e Suolo: a che punto siamo” è stato organizzato dall’Associazione Il Fare PerBene di Brusciano, sempre attiva sui temi del rispetto ambientale.
Tra i relatori l’avvocato Giuseppe Montanile, già sindaco di Brusciano, il consigliere comunale di Mugnano di Napoli Nello Romagnuolo, presidente dell’Associazione Periferia Attiva, Daniele De Somma, militante di Rinascita Pomigliano D’Arco, il dott. Gennaro Napolitano dell’Associazione Medici per l’Ambiente e Luigi Lisbo Parrella, ambientalista. A moderare la discussione la dottoressa Maria Concetta D’Amore.
Clima e suolo: un primo approccio
Il primo intervento è stato di Montanile il quale, in qualità di ex sindaco di Brusciano, ha offerto la sua prospettiva, ricordando quanto è stato fatto dalla sua amministrazione e quanto è stato omesso da quella attuale. L’accento è posto inizialmente sulla tematica dei rifiuti e l’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage.it che portò alla scoperta nel 2018 di un sito designato allo scarico di rifiuti radioattivi proprio a Brusciano.
Dall’esposizione emergono gravi omissioni riscontrabili nei fatti: si conoscono i dati di San Vitaliano, Acerra e Pomigliano, ma dato che a Brusciano non è presente alcuna centralina, i cittadini non conoscono la qualità dell’aria che respirano. Altri fattori sono la cattiva gestione della risorsa idrica, la raccolta differenziata che precipita e l’isola ecologica che è chiusa da mesi.
In merito al consumo di suolo poi si fa riferimento alla normativa comunale vigente e alle norme tecniche d’attuazione. Queste impongono ai nuovi insediamenti di destinare almeno un quarto del lotto a superficie permeabile. Una normativa che viene costantemente violata sul territorio: infatti molti nuovi insediamenti cementificano il 100% della superficie del lotto, eliminando del tutto il verde.
L’intervento ambientalista
Il secondo intervento è stato di Luigi Lisbo Parrella, ambientalista esperto che da anni si espone segnalando i rischi per la salute derivanti da attività umane, sia lecite che illecite. Nell’intervento di ieri ha sottolineato quanto tempo sia andato perduto: tanti tavoli tecnici, tante promesse, tanti proclami, ma nessuna iniziativa volta davvero alla tutela ambientale. Nello specifico Parrella si riferisce a normative regionali che, in materia di iniziative per ridurre le attività inquinanti, delegano ai sindaci la facoltà di decidere mediante ordinanze. Troppo spesso però, i sindaci non decidono, o se lo fanno, decidono in senso contrario.
“I sindaci devono decidere: vogliono costruire una città a misura d’uomo o a misura d’auto?” Nei nostri territori la risposta è sempre la seconda”.
La mancanza di decisione è dovuta molto anche alle abitudini, perchè molte di quelle hanno come conseguenza l’enorme inquinamento derivante da attività umane lecite. L’uso smodato dell’automobile, i riscaldamenti delle case e l’usanza dei fuochi d’artificio per ormai ogni ricorrenza.
La critica è molto forte ed è indirizzata ai decisori politici del territorio, i quali dovrebbero smettere di considerare il problema delle polveri sottili considerando solo il proprio comune: l’approccio utile sarebbe considerare i vari comuni, da Volla a Pomigliano, passando per Brusciano, Marigliano ecc. come un unica grande periferia e di conseguenza, pensare ad azioni congiunte e continuative.
I dati allarmanti
L’intervento del dott. Gennaro Napolitano è stato molto tecnico e decisamente allarmante. Il dottore, snocciolando una serie di dati, ha fornito il quadro completo dello stato di salute dell’aria che si respira nel territorio: la peggiore d’Europa. La Piana Nolana-Acerrana- Aversana è circondata da una serie di fonti inquinanti, ma l’origine non è certa dato che, i dati ARPAC forniscono numeri ma non le fonti del singolo inquinante.
“Sicuramente il problema è anche morfologico” afferma il dott. Napolitano, ribadendo che la Piana in questione è chiusa da Monte Somma e Vesuvio da un lato e i monti irpini dall’altro, creando una zona a scarsa ventilazione dove l’aria ristagna. Altri problemi derivano dalle cave (Polvica e Casamarciano), che nel corso degli anni hanno sventrato completamente intere colline. Ma il grosso deriva dal traffico veicolare. Un caso su tutti è l’Interporto di Nola; a causa della presenza di questo importante snodo logistico, transitano per l’area nolana, circa 400.000 tir all’anno. Ed ora si sta lavorando ad un nuovo svincolo per aumentare il traffico di mezzi pesanti.
La disquisizione è poi proseguita sottolineando che i dati delle emissioni di polveri sottili registrati a San Vitaliano, Volla, Acerra e Pomigliano, sono tra i più alti d’Europa, in termini di dati medi. Le conseguenze sulla salute, continua il dott. Napolitano sono tante: dai singoli problemi bronchiali, a quelli cardiovascolari, finendo a quelli oncologici. Le polveri sottili sarebbero la causa di oltre 2000 morti premature su questo territorio, giudicate del tutto evitabili. Il dato peggiore per indice di mortalità si riscontra proprio a Brusciano.
Un progetto dal basso sul clima e il suolo: il progetto Rigenera
Successivamente è stata la volta di Daniele De Somma, attivista di Rinascita Pomigliano d’Arco, una realtà molto impegnata sul fronte ambientale, nonché capofila del progetto Rigenera. Nel suo discorso l’attivista ha sottolineato come, clima e suolo siano davvero a rischio a Pomigliano e quanto questo sia evidente dai dati. I maggiori elementi inquinanti nella cittadina deriverebbero dal riscaldamento degli appartamenti. Mentre per quanto riguarda il suolo si sofferma su una serie di cantieri aperti a Pomigliano negli anni e che attualmente sono sotto sequestro per speculazione edilizia. Decine di palazzi sarebbero stati realizzati senza alcun vincolo ambientale ed aumentando i volumi senza tener conto dello spazio originale.
De Somma è passato poi a presentare il progetto Rigenera: una legge d’iniziativa popolare da depositare in Regione Campania, per combattere il consumo di suolo e promuovere un uso responsabile del territorio. In primo luogo questa vuole essere una legge partita dal basso e come tale rispondente alle esigenze dei cittadini. Per questo è stata ideata da una larga rete di associazioni, tra cui Rinascita, Periferia Attiva, YaBasta, Il Fare PerBene, ma anche tante altre.
La proposta di legge vuole porre un freno all’edilizia utilizzata come merce di scambio elettorale. Per questo motivo con questa legge che propone lo stop al consumo di suolo, i comuni saranno obbligati a redigere un nuovo PUC entro un anno, pena la perdita dei fondi regionali. Inoltre si propongono altre iniziative come la promozione di mobilità sostenibile e agricoltura biologica.
“Il mondo cambia con il nostro impegno”
L’intervento conclusivo è stato di Nello Romagnuolo, consigliere comunale di Mugnano di Napoli che, con la sua Periferia Attiva sta dando vita sul suo territorio a tante iniziative in materia ambientale. Romagnuolo parte da una prospettiva globale sottolineando che “la lotta al cambiamento climatico è una lotta per una giustizia sociale”.
“La Campania pagherà il prezzo più alto del cambiamento climatico, ma paradossalmente è quella che sta più in retroguardia su questo”.
Per questo motivo si sofferma sulla necessità di fare rete. Riscontrata la difficoltà di incontrare persone con la stessa sensibilità, sullo stesso territorio, è importante confrontarsi e congiungersi con chi ha comunanza d’intenti in materia ambientale.
Il consigliere pone poi delle soluzioni: bisogna partire dal centro storico. Partire dalla riqualificazione dei centri per valorizzarli e renderli abitabili. Per questo, il progetto Rigenera, di cui anche Periferia Attiva è parte integrante vuole spingere sui PUC per aumentare le aree pubbliche destinate al verde e agli alberi.
“il mondo cambia con il nostro impegno, non con la nostra opinione”.