Si è concluso il primo laboratorio di lettura e scrittura creativa promosso dall’Associazione Melagrana, svolto presso il Centro Melagrana di San Felice a Cancello, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche della Famiglia- , patrocinato dal Comune di San Felice a Cancello, di concerto con APS Giovani Mentor Onlus, nell’ambito del calendario delle attività di fine anno. Il laboratorio è stato animato da Giulia Maritato e Marika Pannone.
Il Progetto di lettura creativa, imperniato sull’approccio al mondo della lettura tramite gioco e fantasia, non ha nulla in comune con la tipica dissertazione accademica. Costituisce infatti una piacevole trasmissione di nozioni riguardanti un ambito al quale ai tempi d’oggi viene data sempre meno importanza e considerazione. Il fine ultimo è quello di educare i partecipanti all’amore per la lettura, ma non quella silenziosa a capo chino, bensì intesa come luogo di incontro con gli altri in un percorso in cui libri e racconti vari sono compagni di viaggio. Nella speranza di accrescere in modo del tutto insolito ed appassionante lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale di coloro che aderiscono, il laboratorio include attività di lettura (e scrittura poiché ad essa annessa) con l’accompagnamento di musica, disegno, brevi filmati e dibattito a riguardo di diversi temi emergenti. A dimostrarlo possono essere due attività in particolare:
- La prima è “Macedonia di titoli” : su 60 foglietti di carta, vengono scritte diverse parole da dover associare in un breve lasso di tempo per poi giungere alla ricomposizione di titoli di libri, fiabe e film ricchi di importanza. Tra questi “Il Re Leone”, scelto come “titolo magico” in quanto fautore di una rilevante riflessione, a seguito di un’approfondita lettura, a riguardo di alcune delle citazioni più importanti che tutti noi dovremmo sempre tenere a mente;
- La seconda è invece “Felicità chiama” : a partire dalla visione del video nel quale il celebre attore Roberto Benigni espone un monologo riguardante la felicità, ognuno scrive la frase che maggiormente gli è rimasta impressa, successivamente la legge e motiva la sua scelta riportandola su un cartellone per far si che diventi più indelebile che mai. Ciò attesta che, al contrario di come si potrebbe pensare, da alcuni “giochi” apparentemente insignificanti, si può arrivare a tanto. Si può arrivare addirittura a ricordare, in modo costruttivo, quelle cose che, spesso, sembrano sempre più distanti dall’immaginario collettivo e che, di conseguenza, tendono a dare origine ad uno stato di angoscia che non permette di scorgere i lati positivi della vita.
Alcune tra queste cose hanno avuto la fortuna di essere analizzate, nei limiti delle competenze, nel nostro laboratorio, in particolare: il fatto che, come dice Rafiki – vecchio e saggio mandrillo del film precedentemente menzionato – “anche se il passato può fare male, da esso si può sempre scappare oppure imparare qualcosa” e che, come dice invece Benigni,” la felicità ce l’abbiamo perché l’hanno data a tutti noi, ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli. E pure se lei si dimentica di noi, non ci dobbiamo mai dimenticare di lei.”
Articolo di Giulia Maritato