La rubrica Parole di questa settimana pone l’attenzione alla questione dei vaccini che, ad un anno dall’inizio della pandemia, è divenuto il nodo centrale non solo nel nostro Paese, ma in Europa e nel resto del mondo. In un momento di tale gravità ci si aspetterebbe una comune lotta per fronteggiare l’epidemia e per combattere la diffusione del virus. La circolazione delle informazioni sul virus, nella comunità scientifica e tra gli addetti ai lavori (i medici in prima linea) in primis, ha funzionato nella prima fase; ovvero quando, il covid 19 si è presentato nella nostra vita ed ha stravolto la nostra ordinarietà quotidiana. Poi man mano le multinazionali del farmaco hanno cominciato, ciascuno per se, la corsa al vaccino. Una gara senza esclusione di colpi per accaparrarsi le commesse miliardarie per salvare il mondo …. correggo, per salvare la parte ricca del mondo: i paesi forti per economie e per gestione del potere mondiale. Nessuno ha posto uno stop a questa corsa al massacro, nè posto la necessità di liberalizzare i vaccini (una sorta di copy-free sui brevetti sulla produzione) per garantire la copertura vaccinale contro il virus in tutti i Paesi del pianeta. Invece, NO! Gli interessi di parte e delle multinazionali del farmaco hanno dettato le loro leggi. E lo hanno fatto a Ginevra dicendo NO alla proposta di India e del Sud Africa, sostenuta da oltre 100 nazioni, di rendere libera la produzione dei vaccini in un momento drammatico come questo. Il rappresentante del governo italiano, della comunità europea, e degli altri Paesi (USA, Russia, Canadà, ecc.) hanno detto di no. Tutto ciò ci deve far riflettere sulla deriva terribile cui stiamo assistendo e che rischia di cancellare parte del nostro pianeta nel corso di questo secolo. Occorre una vera inversione di tendenza che ponga la salute, l’ambiente, l’istruzione ed il lavoro come i temi centrali della nostra vita …. e soprattutto delle agende dei nostri governi.
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