Malcolm X, politico, attivista per i diritti umani e leader nella lotta degli afroamericani, venne assassinato a New York, il 21 febbraio del 1965. Sul suo omicidio non è stata fatta ancora luce e svariate sono le ipotesi. Sta di fatto che nell’ultimo periodo, il pensiero di Malcolm X si era distaccato molto da quello delle sue origini, e questo può essere stato per mandanti e carnefici, un motivo sufficiente per decretare la sua eliminazione. Sta di fatto che ad oggi, la figura di Malcolm X è una delle più emblematiche, per il carisma politico, per la sua determinazione e per tutto il percorso della sua vita, rocambolesca in un primo momento, intellettuale e riflessiva in un secondo.
Malcolm X, nacque nel Nebraska col nome di Malcolm Little, figlio di un pastore battista e di una donna di Grenada. I genitori di Malcolm facevano parte della UNIA (Universal Negro Improvement Associtation), un movimento panafricanista che promuoveva la liberazione di tutti i neri del mondo. La famiglia, per l’impegno profuso in favore della comunità afroamericana, conobbe molto presto il razzismo e le discriminazioni. Spesso la casa del pastore, padre di Malcolm veniva visitata dal Ku Kux Klan, un gruppo criminale formato da uomini incappucciati, dichiaratamente razzisti e violenti. Furono proprio loro ad uccidere il padre di Malcolm, reo, secondo loro, di aver predicato ai neri, in favore della libertà dei neri stessi.
Successivamente la madre venne dichiarata malata di mente, ed i figli vennero assegnate ad altre famiglie. Malcom faceva registrare risultati eccellenti a scuola, dove gli fu detto, tuttavia, che i neri, non sarebbero mai potuti diventare avvocati, cosa che lui avrebbe desiderato. Da quel momento, la sua vita seguì lo stesso binario di tanti altri afroamericani: un destino segnato da mediocrità, precariato, lavori saltuari e tanto degrado sociale. Lavorò come lustrascarpe, poi come cameriere, finendo nel giro losco delle scommesse clandestine. Poi venne la volta della droga, delle armi ed infine del carcere. Nel 1948 venne trasferito nel penitenziario di Norfolk, nel Massachussetts, dove rimase per tre anni, e dove avvenne la sua trasformazione. In carcere, incontrò Reginald, un musulmano afroamericano che gli insegnò i fondamentali della religione islamica.
Più precisamente, con Fratello Reginald, Malcolm conobbe la Nation of Islam, una setta islamica, religiosa e politica. Più che del Corano, venne a conoscenza delle parole di Elijah Muhammad, leader del movimento, che in breve tempo lo prese sotto la sua ala protettrice. La Nation of Islam professava il separatismo totale dei neri dai bianchi all’interno degli Stati Uniti. Secondo questa visione, gli Usa si sarebbero dovuti separare in due entità nette e distinte, con i neri da una parte ed i bianchi dall’altra. Malcolm divenne “X” in quel periodo, quando capì che molti cognomi di famiglie afroamericane, non erano altro che derivazioni dei cognomi degli antichi padroni del periodo schiavista. Lui e molti altri del movimento, adottarono una X al posto del cognome.
La conoscenza dell’Islam, significò per Malcolm X, determinazione, ma anche consapevolezza della propria condizione e quella di tutti gli afroamericani. Una condizione che impedisce agli stessi di autodeterminarsi; una segregazione che non offre possibilità di emergere. Va detto che all’epoca, le leggi americane erano estremamente discriminatorie: gli afroamericani dovevano alzarsi in piedi sui mezzi pubblici in presenza di bianchi; usufruivano di bagni pubblici separati dai bianchi; la scuola e l’università, erano perlopiù vietati.
Il viaggio alla Mecca, per eseguire il rituale islamico dell’ Hagg, rappresentò l’inizio per la sua ulteriore trasformazione. Malcolm X infatti, si rese conto del fatto che, l’ideologia alla base della Nation of Islam, risentisse di limiti forti. Durante il pellegrinaggio infatti, egli si trovò a condividere il pasto rituale con gente di varie etnie. A seguito di ciò, anche la sua attività politica assunse una modalità più aperta. Intensificò infatti, i rapporti con paesi africani, esportando il problema della condizione dei neri d’America, cercando i punti in comune con le sofferenze dell’Africa. La sua figura divenne simbolica e riconosciuta in tutto il mondo, grazie al suo impegno.
Nel frattempo, cominciò a distaccarsi dalla Nation of Islam, di cui non si sentiva più parte per svariati motivi. Lo stile di vita amorale del profeta Elijah Muhammad e la gelosia che lo stesso ed altri funzionari, nutrivano nei confronti di Malcolm X furono il motivo scatenante della definitiva rottura. Una rottura per nulla gradita agli alti vertici del movimento. Sta di fatto che, a seguito dell’assassinio di Malcolm X, verranno individuati tre responsabili, quali assassini. Tutti e tre risultavano appartenenti alla Nation of Islam.
Oggi la figura di Malcolm X è emblematica, per il suo impegno in difesa dei diritti degli afroamericani. Lottò affinché ogni essere umano venisse riconosciuto a prescindere dal colore della pelle. Le sue dichiarazioni e la sua attività politica furono spese affinché si affermasse il principio dell’umanità come una sola famiglia. Certo, talvolta ha usato parole pesanti, e spesso ha propugnato la violenza, ma il suo principio era giustificato da un fine ultimo, molto alto: “raggiungere l’uguaglianza. Ad ogni costo”