di Francesco Cirillo
Il clima che si respira arrivando a Riace , nel caldo afoso di questa estate è quello della ripresa, del risalire la china dopo lo sprofondo creato ad arte da un’inchiesta giudiziaria su Mimmo Lucano, sindaco , che giorno dopo giorno mostra limiti e contraddizioni tipici di quelle inchieste volute dal potere politico con lo scopo di eliminare persone scomode e fermarne il contagio. Attorno a Mimmo Lucano si è cercato di creare una zona rossa, un’area contaminata dalla quale starne lontani e c’erano quasi riusciti. I ministri Minniti, prima e Salvini dopo, e i vari giudici locresi da loro controllati come burattini di un teatro per bambini hanno costruito la trama, che ha portato all’arresto e alla criminalizzazione di una serie di persone dedite esclusivamente alla solidarietà senza fini di lucro. Lemlem la mediatrice culturale, giunta dall’Etiopia con due figli dopo un viaggio attraverso i deserti, era la strega nera incantatrice del borgo, Lucano l’orco cattivo assetato di danaro, le associazioni e le cooperative salvadanai dei soldi pubblici che gestivano gli immigrati e li sfruttavano. Un piano che mise Lucano e i suoi alla gogna, arrestandolo, mettendolo prima ai domiciliari e poi mandandolo in esilio lontano da Riace mentre si consumava una campagna elettorale farsa che portò per la prima volta un sindaco leghista al potere. Riace rimbalzò agli onori della cronaca in tutta Italia, contribuendo ad una campagna negativa nei suoi confronti. La locride zona della Calabria indicata dalla Dia, come la base di tutti traffici mondiali della droga, con centinaia di omicidi irrisolti, veniva cancellata nelle inchieste giornalistiche, superata dalle imprese del feroce Mimmo paragonato al pirata Uccialì. Molti avevano abboccato, anche nel suo stesso paese che Mimmo aveva governato per 15 anni stando sempre dalla parte dei cittadini. Poi la deportazione degli immigrati da Riace, una pagina vergognosa del nostro paese. Donne che avevano vissuto per decenni nel paese, bambini che vi erano nati,vennero trasferiti in altri luoghi, per distruggere una comunità che si era creata e che funzionava , unica in tutta Italia. Lucano sembrava solo, e ha sempre rifiutato protezioni politiche, dicendo no al canto delle sirene elettorali. Chiunque avrebbe ceduto, ma lui no, così come non ha ceduto ai premi in danaro, a quelli per la serie Tv con Fiorello, ai contributi di politici. “A vidi chilla muntagna, minni vaju ccù na capra e nu ciuccio e mi ni staiu là”. Sarebbe il suo sogno, staccarsi da tutti, uscire dai riflettori, stare lontano dai soliti ragionamenti e spiegazioni ai quali spesso è costretto a fare, per andarsene su una montagna dietro Riace con una capra e un ciuccio come un moderno Cincinnati. Ma non lo farà mai, lui lo sa, perché Riace lo circonda con le grida felici dei bambini che stanno ripopolando il Villaggio globale, sede reale e concreta della solidarietà rinata. Gli ideali di Mimmo sono ancora forti e vivi supportati da famiglie di profughi che nonostante non sia sindaco e non usufruisca di alcun contributo statale continua ad ospitare come associazione Città futura. Quei bambini che popolano il borgo, Osi, Charity, Franceschina, Paul, Antonio e tanti altri sono ancora la sua forza e linfa vitale. E il borgo nonostante il caldo terrificante si popola come ogni estate anche di tanti volontari che senza nulla chiedere in cambio si presentano lì, offrendo idee progetti, forza lavoro. Eccoli tutti insieme quindi a fare le passate coi pomodori nel cortile davanti il Frantoio sociale, eccoli dipingere i muri, spazzare il paese, tutti insieme quelli della Terra di Piero di Cosenza, i comboniani di Padre Alex Zanotelli, e giovani che si aggregano spontaneamente. L’8 agosto si è inaugurata la Forgia di Mastro Bruno, antica forgeria di Riace, abbandonata da anni e ristrutturata grazie alla Terra di Piero che diventerà un nuovo laboratorio, in aggiunta agli altri già funzionati, della ceramica, del vetro, della tessitura. E arriveranno a breve il laboratorio del cioccolato e il forno. Il paese è così che si rianima, e la gente capisce di essere stati ingannati e di aver votato un sindaco ineleggibile e incompetente che l’unico programma estivo è stato quello della sagra del gelato di Pizzo dopo essersi aumentato lo stipendio e farsi trasferire in qualità di impiegato comunale nella vicina Gioiosa, per garantirsi la presentazione alla prossima tornata elettorale. Il paese vive male questa stagione, con servizi come acqua e spazzatura ridotti al minimo e con una ripresa dell’emigrazione giovanile fermata solo dalle misure anticovid. Nella Riace di Lucano, lavoravano 70 riacesi addetti con vari mansioni nei progetti dello Sprar e delle cooperative sociali, le piccole attività commerciali respiravano con gli arrivi dei volontari e dei turisti solidali richiamati dall’associazione Città futura. Ora il sogno sta rinascendo e nel paese c’è di nuovo vita e tanta speranza nel ritorno di Mimmo.
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