Prima l’imbavagliamento della Porta di Lampedusa, la simbolica porta d’Europa che apriva al continente africano in segno di accoglienza, speranza, umanità.
Simbolo che per centinaia di migliaia di persone rappresenta il sogno di una vita migliore.
Oggi il barbaro incendio ad un altro simbolo di Lampedusa e dell’umanità intera. Il cimitero della barche di Lampedusa è stato dato alle fiamme da qualche essere ignobile e vile.
Ma chiediamoci, cosa è stato bruciato questa notte?
Per noi tutti di Impronte Sociali stanotte ha bruciato la nostra storia, il nostro cuore di popolo accogliente. E’ stata oltraggiata la vita delle migliaia di persone annegate nel Mediterraneo nella speranza di dare un futuro ai propri figli, di migliorare le condizioni dei parenti rimasti nei paesi d’origine.
E’ stata violata la santità della morte ma anche la terra che è stata approdo dei sogni dei nostri fratelli migranti che ora sono qui e vivono con noi e che hanno pianto toccando il tanto agognato suolo italico.
Insieme a quelle barche è stata incendiata la memoria di una tragedia moderna che si compie sotto gli occhi di tutti con il tacito benestare dell’Europa, la stessa Europa che da un lato si identifica come terra di accoglienza, di democrazia e difesa dei diritti umani e dall’altro si accorda con i Paesi di confine per bloccare i flussi in qualunque modo.
La stessa Europa che non riesce o non vuole realmente bloccare il traffico di esseri umani costringendo le persone a indebitarsi per il viaggio e imbarcarsi sui quei barconi della speranza.
L’unica certezza che abbiamo è che Lampedusa non è fatta delle persone che hanno incendiato quei monumenti.
Siamo vicini a tutte le realtà siciliane e lampedusane che lottano per una reale accoglienza e riscatto dell’isola come Mediterranean Hope, Porto M, il movimento Festival di Lampedusa, Forum Lampedusa Solidale, Comitato Tre Ottobre e tanti altri.
