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Governo: manette ai migranti per nascondere il fallimento

Domenico Modola di Domenico Modola
17 Aprile 2025
in Culture resistenti, Impronte migranti, L'altro mondo possibile, Tempi Moderni
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alt="Sbarco di migranti in manette in Albania, su una nave militare"
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Il modello Trump arriva in Italia: migranti deportati in Albania ammanettati, con TV e giornali a seguito. Il governo fa spettacolo e propaganda sul dolore dei migranti e nasconde così il fallimento del “progetto Albania”. Le organizzazioni umanitarie lanciano l’allarme.

I centri per migranti in Albania? Li avevano costruiti, bisognava pur utilizzarli. Questo sembra essere il motivo alla base della decisione del governo Meloni, di trasformare i centri per migranti del suolo albanese, in CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), dove trasferire arbitrariamente 40 migranti, già ospitati in CPR sul suolo Italiano. L’11 aprile il primo gruppo di migranti è stato condotto sulle navi in direzione dell’Albania; l’operazione è stata accompagnata da una massiccia presenza di TV e giornali, che al governo sono serviti da strumento propagandistico. Per i diritti umani però, questa deportazione non è affatto una buona notizia: le immagini dei migranti condotti in manette sulle navi hanno suscitato grande indignazione nell’opinione pubblica internazionale.

Il modello Trump che si ripete

Avevano già suscitato indignazione le immagini dei migranti sudamericani (e non solo), rimpatriati a forza con gli aerei dagli USA, trasportati in manette e con catene alle caviglie. Il presidente americano ha pubblicato i video delle deportazioni vantandosene apertamente, e godendo nel mostrare la sofferenza di persone che magari, negli Stati Uniti si erano fatte una vita. Tali operazioni, dall’alto valore propagandistico (e di nessuna altra utilità), hanno acceso i riflettori sulle condizioni disumane e, fatto scattare il campanello d’allarme sui diritti umani, evidentemente violati con tale procedura. Secondo le ultime notizie poi, Trump rischia la denuncia per “alto oltraggio alla Corte”, in quanto ha ignorato l’ordine di un giudice della Corte di sospendere l’invio di migranti venezuelani a El Salvador.

Quello trumpiano è un modello che, dal punto di vista della tutela dei diritti umani andrebbe condannato, non replicato. Eppure in Italia, c’è chi ha pensato di fare qualcosa di molto simile: deportazione di migranti di varie nazionalità, in un paese straniero connivente, allo scopo di espellerli. Anche la modalità è stata la stessa: con le manette e con telecamere al seguito. Una prova evidente per la propaganda, per mostrare al proprio elettorale che si sta risolvendo il problema dei migranti, ma un vero e proprio schiaffo in faccia ai diritti umani.

Il progetto Albania: manette per nascondere il fallimento

L’11 aprile, i migranti sono stati condotti in Albania, nei centri per migranti che, allo Stato Italiano costano centinaia di milioni di euro all’anno e che, fino a pochi giorni fa erano rimasti vuoti e, i carabinieri che ci lavoravano dentro a godersi il sole albanese. Come è noto infatti, questi centri si erano già dimostrati inutili: tre volte sono stati disposti i trasferimenti di pochissimi migranti (12 la prima volta, 40 la seconda, 7 la terza) in Albania e per altrettante volte la magistratura ha ordinato il loro ritorno in Italia. Per i giudici, il decreto legge del governo che aggiornava la lista dei paesi sicuri, includendo anche Bangladesh e Egitto, non può essere considerato al pari delle norme europee che, essendo fonti primarie, prevalgono su quelle secondarie come i decreti legge.

Per mesi dunque, quelle costosissime e inutili strutture realizzate in Albania, non sono servite a nulla. Un fallimento su tutta la linea che per il governo, doveva essere coperto. Per questo, lo scorso 28 marzo, il governo ha approvato un decreto per riconvertirli in CPR. I CPR sono centri detentivi in cui vengono stipati i migranti in attesa del rimpatrio. Si tratta di luoghi in cui vengono violati i diritti delle persone le quali vengono costrette a vivere in condizioni disumane e a subire abusi di ogni genere, financo la sedazione. esistono numerose inchieste che documentano la sofferenza dei migranti imprigionati in questi centri, sofferenza che sfocia spesso in atti di autolesionismo.

Ben consapevoli di ciò, i membri del governo, hanno ben pensato di ricreare le medesime condizioni in Albania, trasformando i centri in CPR. Una condizione disumana in cui si trovano ancora una volta costretti a vivere i migranti, privati di una libertà e di una prospettiva per il futuro. Tra l’altro, stando alle dichiarazioni di Cecilia Strada, a costoro non sarebbe stato nemmeno comunicato il fatto che sarebbero stati portati in Albania.

Falsità e bugie per la deportazione no-sense

Secondo una recente dichiarazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, l’operazione di trasferimento di migranti in Albania è molto pratica: “finalmente stiamo lavorando per riportare a casa i soggetti che rendono le nostre città insicure”. Una dichiarazione che non sta in piedi, perchè i 40 migranti deportati erano presenti in Italia, si, ma vivevano chiusi nei CPR. Una dichiarazione falsa, perchè in realtà, il progetto Albania, com’era stato pensato all’inizio era una barbarie, ma per come si presenta ora, a seguito del decreto del 28 marzo, è addirittura senza senso. In pratica funziona così: vengono presi dei migranti che già vivono nei CPR in Italia, che già aspettano di essere rimpatriati, e semplicemente vengono deportati in un altro CPR, in Albania, dove continueranno ad aspettare il rimpatrio. Praticamente non serve a nulla: c’è solo uno scopo propagandistico.

Quanto avvenuto dunque, non risolve affatto il problema dei migranti, nè tantomeno quello della sicurezza delle città, tanto cara a questo governo. Si tratta soltanto di un’operazione pubblicitaria, un marketing dell’orrore che calpesta la dignità delle persone e viola i diritti umani. Una squallida e inutile crudeltà.

Tags: accoglienzaalbaniacprdiritti umanigoverno meloniimpronte migrantiMigrantirazzismo
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