Bradisismo e istituzioni.Mentre il terremoto fa rumore e scuote la popolazione, le istituzioni restano in silenzio e nessuno riesce a scuoterle dal sonno profondo.
Dicono che non si può prevedere quando e se, arriverà un terremoto, ed è vero; ma se vivi nella zona dei Campi Flegrei, dove il bradisismo è una caratteristica del territorio quanto la Solfatara o il Lago di Fusaro, devi pensare alle contromisure. E invece nulla. Qualche settimana fa, il capo della protezione civile Ciciliano, alla domanda: “cosa farete con una scossa di 5 gradi di magnitudo?“, ha replicato con “conteremo i morti”. Che tradotto vale a dire “non faremo niente”. E così è.
La terra ha tremato la scorsa notte, una scossa di 4.4, la più forte dei tempi recenti. A Bagnoli ci sono stati parecchi danni alle case e alle auto, nonché qualche ferito, fortunatamente non grave. La scossa si è sentita anche molto lontano da lì, fino a Napoli centro, Pomigliano, Ottaviano, Aversa. Tanta paura e gente in strada. Ma come volevasi dimostrare, le istituzioni hanno latitato.
In una situazione del genere andavano allestite tendopoli o perlomeno andavano tenute pronte all’ uso, andavano adibiti spazi utili ad accogliere una grande quantità di persone in cerca di riparo, e invece? Nulla. A Pozzuoli la gente ha trovato le piazze vuote e nessuna risposta. A Fuorigrotta i residenti hanno dovuto insistere affinché venissero loro aperti i cancelli della ex Base Nato. Non è stata una prepotenza, come dicono in molti, ma un atto legittimo, dato che la base ha ampi spazi sufficienti ad accogliere tutti e soprattutto molti bagni, necessari se trascorri una notte fuori casa. Quindi non c’è da stupirsi se le persone, in questi momenti di tensione e paura, diffidano dai messaggi istituzionali, anche quelli buoni. Non c’è da meravigliarsi se le persone non si presentano alle prove di evacuazione, perché non ci credono più.
La popolazione sta chiedendo controlli in tutte le abitazioni: le persone hanno diritto di sapere se la casa in cui vivono è sicura o meno. Ma le istituzioni rispondono picche. La gente si chiede se, al proprio atteggiamento da persone perbene esista un corrispettivo in aiuti quando questi sono veramente necessari. Oggi le istituzioni nazionali latitano, e i tg ne parlano poco; i sindaci si fanno vedere sui social mentre confabulano con forze dell’ordine ed esperti; altri rilasciano comunicati glaciali, incomprensibili per la maggior parte della popolazione.
Ma la gente vuole risposte, perché la gente ha tante domande:
- nel caso di un’emergenza vera, nel caso di scosse ancora più forti, lo stato sarebbe in grado di soccorrere tutti?
- il sistema ospedaliero potrebbe reggere l’orda dei feriti che potrebbe arrivare? O qualcuno rischia di morire perché non ci sono medici, ospedali e medicine?
- ci sono mezzi di soccorso a sufficienza?
- sarà messo in atto un piano di evacuazione?
Un’altra domanda la aggiungo io: lo Stato e gli enti locali, riescono a dare una risposta adeguata ad almeno una di queste domande? O dobbiamo pensare che, nel caso avvenisse quello che speriamo non avvenga mai, dobbiamo rivedere ciò che è accaduto in Irpinia nel 1980? Non possiamo pensare che sono passati 45 anni e non è cambiato nulla. No?