Ogni 10 novembre, a partire dal 2001, si celebra la scienza come fonte indissolubile, permanente e come parte integrante della nostra società. Ma ne facciamo un buon uso?
A cura di Alessandra D’Ambrosio
Lo sviluppo simultaneo di scienza e societa’
Questo anniversario mette in luce tre aspetti fondamentali legati al ruolo della scienza per lo sviluppo; il primo è la sua funzione significativa nella società che attraverso un percorso in ascesa, ha portato al raggiungimento di traguardi sempre più importanti, ad esempio, l’11 settembre 2024 è stato effettuato il primo intervento chirurgico a distanza, tramite un robot controllato. La comunità scientifica inoltre è molto attenta a considerare i benefici e i rischi dell’uso della scienza per la società, riflettendo soprattutto su questioni come etica e sostenibilità.
Il secondo aspetto è quello di voler diffondere maggiormente i dibattiti e le ricerche scientifiche verso un pubblico più ampio, coinvolgendo ogni singolo cittadino e, se è vero che la scienza fa parte della nostra vita, allora è bene che impariamo a capirne la rilevanza o come poterla gestire con più consapevolezza e valutarne i rischi. Ad esempio, ci siamo mai chiesti dove ci porterà l’uso o abuso che si fa dell’intelligenza artificiale?
La scienza: una costante invisibile
Questo ci porta al terzo aspetto che emerge, ovvero il ruolo che ricopre la scienza nella nostra vita. Qui dovremmo fare appello all’esperienza personale di ognuno di noi, quello che dovremmo chiederci è: “Sappiamo tracciare il confine tra natura e scienza? O diamo per scontata la sua presenza come se fosse qualcosa di innato?” Per rispondere a queste domande dobbiamo indicare in che modo la scienza è presente nelle nostre vite, sicuramente la forma attraverso cui emerge è la tecnologia. Quanto ci ha semplificato la vita, ha accorciato i tempi e le distanze, ci ha permesso di scoprire noi stessi e la natura che ci circonda, ci permette di decidere in modo più libero e in che modo poter esprimere la nostra opinione, essa ci libera attraverso la conoscenza. Gli aspetti negativi però (poiché ci sono) risiedono nel fatto che può renderci pigri e a volte può essere usata come veicolo della disinformazione e dell’odio.
Un grande potere nelle mani sbagliate
Perché veicolo d’odio? Purtroppo, è uno degli aspetti che per primo emerge quando si parla di scienza applicata alla pace, soprattutto in questo periodo storico, minato da conflitti, è duro riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno, le notizie che circolano riportano come la scienza sia stata usata dai “cattivi” che, sfruttando il suo grande potenziale, siano riusciti a costruire le armi di distruzione di massa più potenti di sempre, alcuni esempi? Armi nucleari, armi chimiche e batteriologiche. A volte il male, l’odio pesano più del bene, che è silente, meno invasivo ma solido, ecco perché non bisogna pensare che la scienza applicata alla pace sia stata annientata.
Appello all’uomo
Il bene non brilla ma c’è, fa scudo a tutto questo e lo fa per esempio attraverso un solido e continuo lavoro di diplomazia per la risoluzione dei conflitti, che vede impegnati, non solo gli Stati, ma migliaia di persone, tutti rincorrono lo stesso obbiettivo: migliorare la società agendo attraverso la pace e il benessere. Ciò è racchiuso nei sei principi della RRI, quali: governance, partecipazione pubblica, questioni di genere nella scienza, etica, open access, educazione scientifica. La RRI, Responsible Research and Innovation, è un processo promosso dall’Unione Europea, affinché si uniscano ricerca scientifica e valori sociali, con lo scopo di affrontare le grandi sfide a cui la società di oggi è sottoposta.
Questo lavoro complesso crea un filo indissolubile, attraversato da un’energia capace di diffondersi ed agire anche in condizioni negative, ed è giusto che questo lavoro venga condiviso da tutti. Quello che possiamo fare anche noi nel nostro piccolo è importante, non siamo una goccia nel mare, siamo veicoli di idee, di azioni e attraverso gli strumenti che la scienza ci fornisce, possiamo scegliere di stare dalla parte giusta, perché ogni nostro gesto, ogni parola e ogni nostra iniziativa ha un peso, la società siamo noi e possiamo scegliere di agire per la pace.