Il referendum del 27 ottobre 2024, che invita i cittadini a scegliere se lasciar vivere o meno orsi e lupi nei territori del Trentino, rivela, attraverso il risultato, l’incapacità dell’uomo di gestire le proprie azioni (o almeno di prendersi le proprie responsabilità)
A cura di Alessandra D’Ambrosio
LA LEGGE LA FA CHI LA SCRIVE
Il testo del referendum cita: “Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come le valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?”. Per il 98% dei votanti la risposta è SI.
Il testo non fa una piega, soprattutto quando si usano nella stessa frase parole come ‘densamente antropizzate’, ‘orsi e lupi’ e ‘grave pericolo ’ qualsiasi discorso di opposizione cadrebbe. La prima domanda da porsi però è: “come si è arrivati a indire questo referendum?” La data scottante è quella del 5 aprile 2023, quando Andrea Papi, un ragazzo di 26 anni, mentre praticava jogging nel bosco della Val del Sole, si imbatté nell’orsa Jj4, venne attaccato e ucciso.
Il caso di Andrea, nella sua drammaticità è però il primo caso di morte provocata dall’attacco di un orso in queste valli. Tra il 1850 ed il 1950, non si registra più la presenza dell’orso nell’arco alpino, tranne che per la zona del Trentino occidentale che è l’unica dove non è mai scomparsa del tutto la presenza di questi animali.
IL PROGETTO CHE RIPORTA ALLA NATURA
Si chiama Life Ursus ed è un progetto di ripopolazione degli orsi per la regione del Trentino, iniziato nel 1999 e voluto dal ben 70% dei cittadini. Il progetto, infatti, nasce sul concetto di “ripopolamento” ovvero un “complesso di operazioni intese a proteggere e moltiplicare gli animali selvatici”.
Ciò che va sottolineato però è che l’uomo ha scelto di costruire in zone dove questi animali “selvatici” hanno sempre vissuto e non si può più definire “selvatico” l’animale che viene privato della libertà di vivere nel suo luogo naturale. Il concetto di ripopolamento in realtà mette in risalto il perché questi animali si siano allontanati dalla propria terra, la causa è la crescente presenza dell’uomo che con le massive battute di caccia, soprattutto in zone dove questa è proibita ed il continuo urbanizzare, ha portato alla distruzione dei rifugi e delle loro tane. Anche il distruggere l’equilibrio naturale fa parte degli usi e costumi e tradizioni locali di cui si parlava nel testo del referendum? Sicuramente è un comportamento che appartiene solo alla specie umana.
ESSERE ORSO
Se sulla barra di ricerca di Google si scrive: “Perché un orso attacca?” la prima risposta che appare è: “l’orso non attacca se non è provocato. L’eventuale atteggiamento aggressivo o minaccioso ha il solo scopo di intimorire ed allontanare la persona che lo ha in qualche modo disturbato. Per questo qualche volta si possono verificare falsi attacchi, che non portano ad un reale contatto con l’uomo.” (provare per credere, googlate pure).
Proprio qualche giorno fa un ragazzo di 33 anni, che di sua spontanea volontà si è addentrato in un bosco a Trento per cercare dei funghi, si è imbattuto in un orso che, sentendosi minacciato, lo ha colpito con le zampe. Tuttavia, come testimoniato dal ragazzo, l’intenzione dell’animale non era di fargli del male ma solo di allontanarlo dal suo territorio, infatti, il trentatreenne ha riportato solo qualche lieve graffio sulla schiena. L’animale attraverso il suo linguaggio, ha voluto comunicargli di andare via ma se avesse voluto ucciderlo lo avrebbe fatto senza sforzarsi troppo. Gli animali a differenza dell’uomo non provano odio o rancore, seguono solo impulsi dettati dall’istinto, come può essere anche quello di proteggere i cuccioli e questo è un comportamento tipico di qualsiasi animale, che sia un pesce rosso, un gatto o un orso.
DOV’ È IL LIMITE
«Andrea è stato colpevole solamente di essersi addentrato nel suo bosco, che era il nostro, del territorio di Caldes, per una passeggiata settimanale» queste sono le parole del padre di Andrea, che rimarcano in qualche modo il concetto di proprietà su quei territori, da parte dei cittadini di Caldes. L’essere umano è parte della natura ma non la rispetta, si impadronisce della terra e la schiavizza a suo piacimento, la stupra e quando non riesce più a ricavarne niente l’abbandona. L’essere umano dovrebbe ricordare che sulla terra è solo di passaggio, non è padrone ma inquilino. L’involuzione della specie umana si può spiegare bene attraverso le parole dell’apneista Enzo Maiorca «fino a quando l’uomo non avrà imparato a rispettare e a dialogare con il mondo animale, non potrà mai conoscere il suo vero ruolo su questa Terra».