Un nuovo medioevo nel quale stiamo precipitando e le vittime a cadere per prime sono le donne, chi vive una diversa identità, gli oppositori di regime. Turchia e Polonia hanno dato il via alla caccia alle streghe ed agli eretici: hanno i volti delle donne, dei kurdi (il 21 marzo attraverso il Newroz hanno manifestato le loro identità come popolo e chiesto la liberazione del loro presidente Ocalan, da 22 anni in carcere), degli omosessuali …. ma la lista è lunga e nulla lascia presagire che non continui ad ingrossarsi.
Parole di oggi sono rivolte al nuovo oscurantismo che sta viaggiando intorno a noi e che riguarda primariamente le donne ed il diritto ad essere persona al pari del mondo maschile. Ma non si tratta solo di diritti delle donne, ma più in generale del diritto ad essere altro da quello che si vuole circoscrivere nel concetto di “famiglia tradizionale”, baluardo a guardia di una società arcaica che non vuole e non accetta alterità rispetto ad essa: rifiuta chi è diverso e/o presenta una diversa identità (sessuale, religiosa, di pelle, di scelte, ecc.). E’ proprio di questi giorni la decisione di Erdogan, tiranno di Ancara, che ha ritirato la Turchia dalla Convenzione di Istanbul del 2011 contro la violenza sulle donne, che aveva sottoscritto unitamente alle restanti nazioni europee. La Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica adottata dal Consiglio d’Europa l’11 maggio 2011, è entrata in vigore il 1° agosto 2014 (l’Italia l’ha ratificata con la legge 27 giugno 2013, n. 77). Ad oggi la Convenzione, siglata da 44 Stati parte del Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea (che l’ha firmata il 13 giugno 2017) rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. Come cita l’art. 3 della Convenzione, rilevante è l’aver equiparato in maniera chiara la violenza contro le donne alla violazione dei diritti umani, oltre che come forma di discriminazione contro le donne. Essa definisce inoltre il legame tra l’obiettivo della parità tra i sessi e quello dell’eliminazione della violenza nei confronti delle donne.
La scelta di Erdogan risponde al tentativo di recuperare consensi cavalcando i temi più cari agli oltranzisti religiosi ed alla destra turca, quasi a formare un argine di difesa del clima antidemocratico e violento che sta tenendo in stallo la popolazione turca, in generale, ma con particolare accanimento verso la parte kurda e le donne. La motivazione dichiarata è stata quella che la Convenzione contrasta con la “famiglia tradizionale” e che promuove l’omosessualità. Ma sempre in tema di difesa della parità donna/uomo, di diritti di scelta delle donne e degli uomini sulla propria identità sessuale, di contrasto alla violenza alle donne (in costante aumento e che miete centinaia di vittime ogni anno, solo in Italia) assistiamo al medioevo in Polonia, dove una legge ha abrogato la libertà di scelta circa l’interruzione volontaria della gravidanza da parte della donna: parliamo, per intenderci, del diritto a decidere sull’aborto. Unitamente a questa ondata di pericolosi ritorni ad un passato che proprio in Polonia aveva visto le pagine indimenticabili del ghetto di Varsavia con la persecuzione degli ebrei, oggi sono all’ordine del giorno pestaggi e violenze agli omosessuali: diverse città e paesi polacchi hanno aggiornato la cartellonistica stradale con indicazioni “Paese libero da LGBT”, come una volta comparivano le scritte all’ingresso dei negozi “Vietato l’ingresso agli ebrei“. Appare chiaro di quanto il buio stia calando sempre più intorno a noi tutti, non solo sulle donne, ma su tutte le diversità che formano il libero pensiero e che vogliono un mondo senza più persecuzioni per la condizione di vita e/o le scelte nella vita.