Perchè un referendum per abolire la caccia? Una questione poco dibattuta, ma è presto detto. L’esercizio delle libertà democratiche è una delle principali conquiste che il nostro paese ha ottenuto, dopo anni di lotte e sacrifici. Queste libertà possono essere esercitate mediante vari strumenti ed istituti giuridici; uno di questi è il referendum. Grazie al referendum si chiede, letteralmente all’elettorato di esprimersi su una determinata questione, per creare, estinguere o modificare una normativa. Fase primaria del referendum è la raccolta firme per radunare tutti i consensi necessari per poter presentare l’istanza referendaria. Attualmente sono molte le raccolte firme, promosse per sostenere varie nuove istanze. Una di queste è la proposta di abolizione della caccia. Ancora oggi, la caccia è una barbarie che uccide animali e persone, ma viene ampiamente praticata per puro divertimento. Sui vari territori ci sono numerose associazioni impegnate nella raccolta firme. Noi abbiamo raccolto l’esperienza di Periferia Attiva, una realtà impegnata nel sociale a Mugnano di Napoli.
L’impegno di Periferia Attiva

Periferia Attiva nasce principalmente come lista civica; una presenza significativa sul territorio di Mugnano di Napoli. Grazie alla presenza di suoi esponenti nel consiglio comunale ed all’impegno dei suoi attivisti, l’impegno per la tutela del territorio, specie sul fronte ambientale, ha portato a ottimi risultati, specie sul fronte ambientale. Guardie ambientali, eco-dog e gettacarte e piantumazione di nuovi alberi, sono solo alcune delle ottime iniziative portate avanti da Periferia Attiva. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, è l’impegno nella raccolta firme per il referendum contro la caccia. Periferia Attiva, ha dato il via alla raccolta firme ed ai banchetti informativi, circa due mesi fa. L’iniziativa si sposa pienamente con la vision ambientalista del gruppo e sta portando a buoni risultati.
Contro la caccia, a difesa dell’ambiente

Nello Romagnuolo, presidente della Commissione Ambiente di Mugnano, nonchè portavoce di Periferia Attiva ha dichiarato: “abbiamo seguito questo percorso perchè è la cosa più naturale da fare secondo i nostri principi. Abolire la caccia è necessario, anche perchè i bossoli e le cartucce usate, abbandonate dai cacciatori, producono inquinamento ambientale nei nostri boschi; questo ovviamente si aggiunge al fatto che ad uccelli e selvaggina, viene impedito di vivere e proliferare liberamente”. Nei banchetti informativi organizzati nel comune dell’hinterland napoletano, si fa anche sensibilizzazione sul tema. Molti aspetti relativi alla caccia, sono poco conosciuti, come quello prettamente economico: lo stato ad esempio, sovvenziona con milioni di euro, le regioni e i comuni, per il ripopolamento della fauna locale; un costo che potrebbe essere nettamente abbattuto se la caccia venisse abolita.
Cosa prevede il referendum
“La caccia uccide animali e persone. Firmiamola con il referendum”. Questo è lo slogan che troneggia sui volantini del comitato promotore del “si” all’abolizione della caccia. Fino al 20 ottobre sarà attiva la raccolta firme; chi vuole firmare può recarsi all’ufficio elettorale del proprio comune di residenza, ai vari banchetti organizzati sui territori, oppure online. Ma cosa si intende combattere con la proposta che si vuole portare in Parlamento? L’iniziativa si pone un grande obiettivo: salvare la vita agli animali. Sembra ormai chiaro che la caccia, praticata per passione, non più per sostentamento alimentare, provochi danni ingenti, decimando le specie animali presenti e creando rischi per l’ecosistema tutto. Il danno ambientale prodotto da bossoli e proiettili, si riversa su fiumi, laghi e falde acquifere.
L’importanza di una firma
Una firma può cambiare il nostro paese, rendendolo più aperto verso le tematiche ambientali. L’abolizione della caccia potrebbe portare, nel medio termine, ad una rigenerazione della natura; inoltre lo Stato risparmierebbe i milioni di euro, che annualmente spende per ripopolare i boschi, spesso acquistando animali dall’estero. Con la firma si consentirebbe a migliaia di animali, di vivere liberamente secondo gli equilibri naturali, e non essere dei tristi trofei di caccia. Il comitato promotore e le associazioni che promuovono la raccolta firme, comunque, hanno pensato a tutto. Molta attenzione c’è anche sul mantenimento del democratico esercizio delle libertà di ognuno. Infatti, non si vuole impedire agli appassionati di tiro, di esercitare la loro passione, bensì, si vuole solo evitare che questa si espliciti nello sterminio di animali innocenti. Inoltre, qualora la raccolta firme dovesse raggiungere il numero di sottoscrizioni necessarie per diventare proposta di legge (500.000), ci si potrà esprimere con il voto, per il si all’abolizione, o per il no. D’altronde il referendum resta sempre uno strumento di esercizio della sovranità popolare.







