Dalla guida della casa alla ristorazione e gestione di progetti sociali: una leadership delle donne che promuovono luoghi dell’inclusione e della parità di genere.
di Antonella Zaccaria
Nei secoli, la figura femminile ha vissuto un’evoluzione affascinante nella gastronomia, passando dai ruoli tradizionali domestici a una crescente presenza e influenza nei diversi settori gastronomici. Il loro ruolo risulta fondamentale in cucina, già nel periodo neolitico, quando le donne si trovarono al vertice della produzione alimentare, nella raccolta, nella coltivazione e nella lavorazione degli alimenti.
Tra gli egizi, i greci e i romani, le donne si appropriano sempre più delle tecniche di cottura e di conservazione degli alimenti e, nel medioevo, esse dalla preparazione dei pasti per la famiglia e per gli ospiti cominciarono ad essere ingaggiate per talento nelle cucine nobiliari sotto la supervisione delle donne di casa. Solo nel rinascimento, come testimoniano famosi dipinti dell’epoca, le donne iniziarono ad assumere un ruolo sempre più importante e professionale lavorando nelle osterie e nelle locande, pur senza un giusto riconoscimento.
Comunque, il mondo della gastronomia, da quella francese a quella italiana e americana, ha ricevuto un’impronta indelebile da trattati ricchi di ricette e consigli sulla cucina e sull’alimentazione di alcune importanti figure femminili.
Tuttavia, nonostante questa storia di contributi significativi, l’emancipazione femminile nel campo della ristorazione ha affrontato ostacoli nel ricevere il giusto riconoscimento. Sebbene dagli anni ’70 si siano registrati importanti progressi per la parità di genere, i premi nel settore culinario continuano ad essere largamente dominati dagli uomini.
Nei tempi moderni
Negli ultimi decenni, l’attenzione si è spostata anche sulla ristorazione sociale e sulle fattorie sociali, dove il cibo diventa un mezzo per creare impatto sociale positivo. In questo contesto, le donne hanno giocato un ruolo chiave nel promuovere l’inclusione, creando opportunità di formazione e lavoro a persone svantaggiate o in situazioni di vulnerabilità, contribuendo anche a creare delle comunità più solidali e resilienti.
Le fattorie sociali, in particolare, offrono un ambiente inclusivo dove il cibo diventa un ponte per connettere persone provenienti da contesti diversi, promuovendo un senso di appartenenza e di collaborazione.
Le donne hanno progressivamente assunto ruoli di responsabilità in progetti innovativi che hanno contribuito a promuovere una filiera gastronomica più equa e diversificata.
Progetti come la Fattoria Sociale Melagrana rappresentano un esempio tangibile di come le figure femminili, di pari passo con quelle maschili, abbiano dato vita a iniziative inclusive che coinvolgono attivamente persone, anche diversamente abili. Con il loro impegno e la loro leadership, queste donne hanno creato spazi laboratoriali, opportunità lavorative, ma anche luoghi inclusivi e di integrazione.
In conclusione, il contributo dato dalle donne nella ristorazione sociale e nelle fattorie sociali rappresenta un importante capitolo nella storia dell’inclusione e della parità di genere. Attraverso la loro visione e il loro impegno, le donne hanno aperto nuove strade per la creazione di percorsi gastronomici capaci di accogliere e valorizzare le diversità, dimostrando che anche una cucina può essere il ponte verso un mondo migliore.







