Riceviamo e pubblichiamo: comunicato sulla manifestazione “NO alla 4°linea” di Acerra del 14 ottobre.
È stata davvero grandissima la manifestazione di oggi pomeriggio ad Acerra. Obiettivo immediato: l’immediata chiusura di ogni ipotesi di potenziamento dell’inceneritore tramite l’entrata in funzione di una quarta linea.
Donne, uomini, giovani, bambini, figure note come il vescovo Di Donna e comuni cittadini: di sicuro più di 10.000 persone, forse 15.000. Era da quasi vent’anni che per le vie di Acerra non si vedeva una folla così grande. Grande, anzi enorme, e chiara negli obiettivi.
Il corteo di oggi si è mosso sì per chiedere la cancellazione di ogni ipotesi di quarta linea dell’inceneritore, ma anche per rivendicare con forza l’avvio di un processo graduale di chiusura complessiva dell’impianto e un piano-rifiuti regionale incentrato non sull’incenerimento e sulle discariche ma su raccolta differenziata, riciclaggio, riuso e rispetto per l’ambiente e la salute delle persone.

Come molti ricorderanno, quasi vent’anni fa la popolazione di Acerra s’era opposta in massa, con una lotta lunga e dura, alla costruzione dell’inceneritore. Non vinse, perché rimase isolata. La mobilitazione non riuscì a prendere piede nelle altre città, neppure in quelle più vicine, benché fosse evidente che gli obiettivi non riguardavano solo gli acerrani, perché andavano da un diverso ciclo dei rifiuti e un diverso ciclo del consumo delle merci al risanamento delle falde acquifere e dell’ambiente in genere, come pure alla tutela intransigente della salute dei cittadini.

Ma oggi c’è una più diffusa coscienza sull’importanza della tutela ambientale. Ed è perciò possibile che stavolta venga raccolto il segnale ripartito ancora da lì, dal luogo dove lo scontro tra logica dell’inquinamento e logica della salvaguardia ambientale aveva avuto il suo momento più intenso. Del resto, la Campania sicuramente figura tra le regioni più degradate e inquinate d’Italia. E registra un tasso altissimo di compromissione della salute dei cittadini. Non è solo Acerra che ha bisogno di lottare.
L’invito che viene da Acerra è dunque di mobilitarsi anche negli altri comuni: ovunque il degrado si tocchi con mano e l’invivibilità ambientale stia diventando insostenibile; e ovunque siano in pericolo falde acquifere, verde pubblico e paesaggio naturale. Non è difficile. Basta cominciare come hanno fatto loro, creando Comitati Popolari in difesa dell’ambiente, e sensibilizzando la popolazione. Ad Acerra l’hanno fatto nuovamente dopo quasi vent’anni. E nuovamente si è arrivati alla mobilitazione di popolo. E quando un popolo prende parola le cose cambiano. Possono cambiare. Specie se non rimane isolato perché analoga parola la si piglia anche in altre città. Tante altre città. Grandi e piccole.