Il 4 aprile la cerimonia a Bruxelles per il 31esimo membro. Stoltenberg: “Una Finlandia piu’ sicura ed una Nato piu’ forte”. Da Mosca minacciano reazioni.
Riceviamo e pubblichiamo: articolo a cura di Antonio Avitabile
L’iter
Dopo un percorso durato poco piu’ di un anno, con la richiesta formalizzata nel maggio 2022, il 4 aprile per la prima volta la bandiera di Helsinki ha preso posto accanto alle altre nel quartier generale della Nato a Bruxelles. La richiesta di adesione era arrivata in concomitanza con quella della Svezia, che pero’ continua a dover fare i conti con il veto da parte della Turchia. Da Ankara accusano il governo di Stoccolma di non aver fatto abbastanza contro il terrorismo di matrice curda, ma manca per ora il voto a favore anche da parte dell’Ungheria. A fine marzo il Parlamento turco ha approvato la richiesta della Finlandia e la Nato ha sbrigato velocemente gli ultimi accorgimenti burocratici. Il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg sul proprio profilo Twitter ha sottolineato come l’adesione del 31esimo membro vada nella direzione di “una Finlandia piu’ sicura ed una Nato piu’ forte”.
Da Ankara
Il terrorismo di matrice curda è stato e continua ad essere alla base dei negoziati tra Turchia e Svezia. Secondo il governo di Erdogan sarebbe incentivato dalla politica del paese scandinavo, al cui interno risiedono circa 80.000 curdi. Il partito dei lavoratori del Kurdistan ad Ankara viene considerato una minaccia alla sicurezza interna, ragion per cui alcuni esponenti del partito allocati in Svezia rischiano di essere utilizzati come moneta di scambio per le richieste di estradizione di Erdogan, che esporrebbero pero’ i curdi al rischio di gravi violazioni dei diritti umani in territorio turco.
Le reazioni
L’ingresso della Finlandia fa seguito alle elezioni parlamentari della scorsa settimana, che hanno sancito la vittoria dei partiti di destra e centro-destra. Proprio il presidente della Repubblica finlandese, Sauli Niinisto, specifica come l’adesione non sia diretta a colpire direttamente la Russia ne’ cambi le linee guida della politica estera del suo paese. Lato Mosca invece il ministro della Difesa Shoigu annuncia che i missili Iskander, che possono trasportare testate nucleari tattiche eludendo le difese anti-missile nemiche, sono stati trasferiti in Bielorussia. Il portavoce del Cremlino Peskov ha inoltre definito la mossa di Helsinki “una violazione della sicurezza e degli interessi nazionali della Russia”. Ma, è bene specificarlo, da Mosca sottolineano anche come i rapporti con la Finlandia non siano paragonabili a quelli tra Russia ed Ucraina.
Tra UE e NATO
Alle reazioni da Mosca, piu’ che prevedibili, ha risposto ancora una volta Stoltenberg, secondo il quale non si è fin qui ravvisato un cambio di atteggiamento della Russia in merito al nucleare. Alla cerimonia a Bruxelles è stato ospite anche il ministro degli Esteri ucraino Kuleba. La sua presenza si puo’ interpretare nell’ottica della scelta della Nato di mettere in sicurezza l’Ucraina nel lungo periodo, aldila’ del conflitto, fornendo quindi assistenza per tutto il tempo necessario. Nonostante i toni distesi da parte dell’Alleanza Atlantica, lo stesso Stoltenberg ha pero’ ammesso che l’avvicinamento tra i governi di Cina e Russia rischia di rendere ancor piu’ difficile una soluzione di pace. Decisamente piu’ allarmista l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Borrell, che ha definito la scelta di spostare i missili in Bielorussia “una escalation ed una minaccia per la sicurezza europea”.
Confini
La domanda di adesione della Finlandia, cosi’ come quella della Svezia, aveva seguito di pochi mesi l’invasione russa in Ucraina, ed allo stesso modo l’ingresso del paese nordico nell’Alleanza cambia le carte in tavola per quanto riguarda i confini tra Russia e Nato. Ancora una volta Stoltenberg ha sottolineato come, nonostante l’obiettivo di Mosca fosse ridurre i paesi membri della Nato, l’invasione stia sortendo esattamente l’effetto contrario. Difatti l’apposizione della bandiera di Helsinki a Bruxelles vuol dire innanzitutto 1.340 nuovi chilometri di confine tra l’Alleanza Atlantica e la Russia. Il mar Baltico e il nord Artico, sicuramente piu’ sottoposti ora alla sorveglianza Nato, complicano non poco l’accesso della flotta russa al mare, in particolare all’Atlantico. Un nuovo smacco per Mosca, nell’attesa (per chi scrive e per chi legge) che si riesca a trovare un punto d’incontro tra le posizioni del Cremlino e quelle dell’Alleanza Occidentale.
Articolo avvincente, complimenti allo scrittore.
Un’analisi precisa e oggettiva con interessanti passaggi temporali e giuste “interpretazioni personali” fatte con il dovuto distacco da giornalista. I miei complimenti!!!