A Marigliano, in provincia di Napoli, sorgerà una caserma dei Carabinieri sezione forestale al posto di Stazione Utopia. Questa è la decisione presa dalle autorità locali, che ha fatto montare la protesta. Un luogo di aggregazione, ricavato dal recupero da parte dei volontari del Collettivo Utopia, della vecchia stazione Circumvesuviana, ormai dismessa. Il collettivo si occupa della Stazione dal 2013. In questo luogo, i volontari sono intervenuti con la pulizia ed il riuso di aiuole e piazzole adiacenti allo stabile ferroviario, il quale sembrava destinato ad un futuro di abbandono e degrado. Col tempo Stazione Utopia è divenuto simbolo di libera espressione, punto di riferimento per la comunità artistica di Marigliano e dei comuni limitrofi.
Il Collettivo Utopia, ha utilizzato come base proprio Stazione Utopia per la realizzazione di numerosi eventi all’insegna dell’inclusione, della solidarietà, del commercio equo e solidale e dell’arte indipendente. Tra le iniziative messe in atto negli anni, eventi musicali, mostre d’arte e fiere gastronomiche. Il tutto all’insegna di una cultura ecologica, equa e solidale. Nel novero delle manifestazioni di maggior rilievo, sicuramente la festa organizzata annualmente per il 1°maggio. Una kermesse musicale che negli anni ha ospitato decine di artisti indipendenti e non, ma anche una fiera gastronomica con prodotti del commercio equo e solidale, oltre a specialità culinarie di tutto il mondo. Ad accompagnare il tutto, si tenevano incontri a tema, mostre d’arte ed esposizioni di vario genere.
Col tempo poi, grazie al solerte lavoro dei volontari, la Stazione ha acquisito un volto nuovo: le mura di quella che fu la biglietteria della stazione ex Circumvesuviana, sono state coperte da murales, tra cui spiccano le opere di Walter Molli, giovane writer, purtroppo deceduto. Non meno importante è anche l’attività di piantumazione e sistemazione di un’aiuola, un tempo relegata al ruolo di discarica del circondario, ora diventata il fiore all’occhiello della Stazione. E poi ancora: una fontana costruita da zero, un mosaico intorno all’aiuola, una casella in cui prendere e depositare libri ed infine panchine ricavate con materiali di risulta. Un impegno che ha portato numerosi risultati in termini di aggregazione ed inclusione, ma che ora, sembra essere messo a repentaglio.
I volontari del Collettivo Utopia, hanno lavorato anche nell’istituzione di un tavolo di lavoro con l’amministrazione comunale. Il progetto presentato era quello di conferire alla stazione ed agli spazi adiacenti, un uso civico, al servizio di chiunque ne volesse usufruire. Una comunicazione con le istituzioni, che, partita nel 2016 si è interrotta solo durante il lockdown, purtroppo con un nulla di fatto. Infatti, sebbene l’amministrazione si sia sempre mostrata compiaciuta e favorevole al progetto dei volontari, non ha mai dato modo di poter dare luogo alla fattività dell’iniziativa
Alla disponibilità dell’amministrazione locale, almeno sulla carta, non è stato dato un seguito. Ragion per cui, la decisione, confermata, di sistemare la caserma dei Carabinieri Forestali al posto della Stazione, arriva come una doccia fredda. L’ impegno per la comunità, vanificato dalla decisione di spostare la caserma attualmente situata nel Rione Pontecitra. Tuttavia, la decisione si è dovuta scontrare con una protesta, di carattere simbolico, ma dal forte impatto comunicativo ed emotivo: una gabbia che avvolge l’edificio. Un telo trasparente, su cui sono apposte delle strisce nere, a formare proprio una gabbia, rappresentando la sensazione di oppressione che il provvedimento sta suscitando. Il telo copre una delle opere simbolo di Stazione Utopia: un murales che ritrae un gatto ed un vagone della Circumvesuviana. Gli eventi di Stazione Utopia sono attualmente fermi, causa Covid-19, tuttavia, il Collettivo, assieme alle belle realtà attive nel sociale a Marigliano, non si fermeranno di fronte alla difficoltà rappresentata dall’ostacolo istituzionale e, forti del fatto che in città, sembrano essere in molti a volere che questa realtà resti lì dov’è proseguiranno nelle loro attività, appena l’emergenza sanitaria lo renderà di nuovo possibile. L’impegno sarà nuovamente e maggiormente orientato alle attività sociali, all’inclusione ed alla condivisione sociale ed artistica, e questo è un elemento positivo. Resta tuttavia l’incognita rappresentata dagli ostacoli posti dalle istituzioni, che talvolta rendono complicato il lavoro di chi, sceglie volontariamente di prodigarsi per rendere più vivibile la comunità di appartenenza.