Una challenge sui social è costata la vita a un bambino di 5 anni. Le cronache ne hanno parlato abbondantemente. Bisogna approfondire la riflessione sul fenomeno dei social e l’utilizzo scorretto che ne può derivare.
Riceviamo e pubblichiamo, articolo a cura di Yasmine Zarrouk
Mercoledì 14 giugno 2023 , alle 15.45 ,in via Archelao di Mileto, all’incrocio con via di Macchia Saponara, tra la zona di Acilia e Casal Palocco a Roma si scontrano frontalmente una Smart ed un Suv Lamborghini ,preso a noleggio da due giorni e condotto da un 20enne, con a bordo altri quattro giovani.
La morte nelle mani di uno Youtuber
SE UN AUTOMOBILISTA CORRE IN AUTOSTRADA A TRECENTO ALL’ORA E PROVOCA UNA STRAGE, È COLPA DEL GESTORE DELL’AUTOSTRADA? Internet è un’immensa autostrada e tutti noi che la frequentiamo per studio, lavoro o per divertimento dovremmo osservare le leggi e sostenere il rispetto reciproco. Proprio questo è il punto sfuggito a quanti si sono lanciati in queste ore nell’inutile campagna contro le piattaforme digitali e gli incolpevoli sponsor. Al volante del Suv che ha ucciso il piccolo Manuel c’era un automobilista maggiorenne, capace di intendere e di volere, titolare di un’agenzia di marketing e perfino famoso per il suo pubblico: Matteo Di Pietro, ora indagato, ha ovviamente il diritto di fornire la sua versione dei fatti senza essere continuamente minacciato sui social: ma dare ora la colpa agli sponsor e alle piattaforme digitali significa incolpare tutti: quindi nessuno.
La vita virtuale scambiata per la vita reale
I social sono governati da un algoritmo che promuove le sfide esterne e i comportamenti eccessivi generano like e la pubblicità li paga. Chiaramente la “colpa” non è dello strumento (ovvero del social) ma di noi utilizzatori che interagiamo con contenuti inappropriati, spettacolari, estremi e anche sconsiderati facendone dei prodotti ingaggianti. Gli sponsor sono senza scrupoli? Probabilmenente , ma i responsabili di questi accaduti restiamo primariamente noi fruitori dei social. Internet è un’immensa autostrada e tutti noi che la frequentiamo per studio, lavoro o per divertimento dovremmo osservare le leggi e sostenere il rispetto reciproco. Esattamente come facciamo nella realtà fisica. Matteo Di Pietro e i suoi amici coinvolti nella loro bravata mortale, come molti adolescenti o post adolescenti, hanno perso il contatto con la realtà fisica. Tanto da attraversare un quartiere residenziale a folle velocità, come si potrebbe normalmente fare in un videogioco.
Un papà pieno di rabbia
Marco Proietti, in un impeto di rabbia e di disperazione, aveva tentato di aggredire i giovani youtuber a bordo del Suv Lamborghini.La giustizia fatta di processi e tribunali è necessaria, ma certe tragedie ne ammettono anche un’altra di dimensione biblica. E per un padre, la giustizia terrena non basta. Non basterà mai. “Volevo esprimere con quel che resta del cuore mio, di Elena e della piccola Aurora un ringraziamento a voi che avete pregato, donato e anche solo pensato al nostro Manuel, strappato da questo mondo infame”. Marco Proietti, il papà del bimbo di 5 anni ha pubblicato sul suo profilo Instagram una story per esprimere la sua gratitudine a chi ha condiviso il dolore per l’assurda tragedia che ha colpito la sua famiglia.
Cosa attua la politica dopo questa tragedia?
Matteo Salvini, che, come già avvenuto in altri casi analoghi, ribadisce la necessità di “punizioni esemplari” per i giovani indagati, propone di approvare un nuovo Codice della Strada: aumentando educazione stradale , controlli e sanzioni, per proteggere e salvare vite sulla strada”. Salvini chiede quindi “punizioni esemplari” per i ragazzi, anche “rimuovendo le pagine social” , che sarebbero responsabili , per lui ,dell’accaduto. Alle parole di Salvini ribatte anche la senatrice Silvia Fregolent, della presidenza del gruppo di Azione – Italia viva: “Di fronte a queste tragedie è giusto chiedersi se sia utile sensibilizzare i giovani sulla tematica della sicurezza stradale e valutare misure più severe per chi oltrepassa i limiti già esistenti”.







