Il 9 ottobre 1967, Ernesto Guevara, conosciuto come “Che”, venne assassinato in Bolivia dalle truppe locali supportate dalla CIA. Guevara partì dall’Argentina come semplice medico con idee marxiste. In sella alla sua motocicletta girò il Sud America e osservò il disagio e la povertà dei popoli latino-americani, oppressi anche dall’imperialismo del vicino gigante americano. Credeva fortemente nell’importanza dell’istruzione e della medicina, ma la sua vita fu mossa da ideali rivoluzionari. Da sempre in prima linea a favore degli ultimi, disposto anche ad imbracciare le armi per difendere quegli ideali.
Ernesto Guevara: dalla moto agli ideali
Ernesto Guevara nacque a Rosario, in Argentina, nel 1928. Si laureò in medicina e divenne dottore. Subito dopo aver conseguito il titolo però, decise di intraprendere un viaggio in motocicletta, alla scoperta di tutti i paesi dell’America Latina. Visitò il Brasile, il Venezuela e Trinidad & Tobago. Poi passò per il Nicaragua, l’Ecuador ed El Salvador. Quei paesi avevano a vario titolo momenti di sommossa popolare causata da regimi politici instabili e collusi. Guevara era già di per sè cultore di ideologie marxiste, ma ebbe modo di consolidarle durante i suoi viaggi. In quei paesi vide da vicino la povertà e le ingiustizie causate dallo sfruttamento intensivo degli americani. Poi giunse in Guatemala. In quel paese vi arrivò proprio quando la CIA supportò un colpo di stato mirato ad abbattere il presidente Guzman, autore di numerose riforme fondiarie ed a sostegno della povertà, che Che Guevara trovò molto valido. Ad ogni modo, quando la CIA spazzò via il legittimo presidente guatemalteco, Guevara ed alcuni cubani conosciuti sul posto, ripararono in Messico.
Cuba: Fidel Castro e Rivoluzione
Nel 1954, Guevara conobbe Fidel Castro. In contatto con lui venne a conoscenza della condizione in cui versava Cuba e della volontà del Movimento Rivoluzionario, di abbattere il regime di Fulgencio Batista, che in pochi anni aveva portato alla disperazione il popolo cubano. Con Fidel Castro si instaruò da subito un rapporto fraterno e di reciproca fiducia, tanto che l’argentino macinò giorno dopo giorno, incarichi sempre più di alto livello. Dopo vari tentativi falliti, la colonna di battaglia guidata dal Che Guevara, che da medico era diventato comandante, riuscì nel 1959 ad entrare a Santa Clara. L’impresa fu a dir poco epica, considerando che tra i rivoluzionari ed i contadini che sposarono la causa, Fidel Castro e Guevara potevano contare su 3000 soldati, contro i 20.000 circa dell’esercito cubano, supportato da Washington. Quando si diffuse la notizia che il presidente Fulgencio Batista fosse fuggito a Santo Domingo, Fidel ordinò a Guevara di marciare su L’Avana, e prendere possesso dei palazzi presidenziali e degli accampamenti militari. Così fu: quando Fidel Castro entrò, prima a Santiago e poi a L’Avana, trovò la strada spianata e la folla festante.
Che Guevara nel governo
Il 7 febbraio 1959, Guevara divenne cittadino cubano a tutti gli effetti. Diventato ministro dell’economia, ebbe modo di visitare paesi del blocco sovietico, quelli mediorientali e africani. Lo scopo era aprire Cuba a nuovi mercati non dipendenti dagli Stati Uniti. Per Cuba, la sua nuova casa, Guevara predispose una serie di importanti riforme agrarie ed industriali. Il suo programma permise la fine del latifondo e dei grandi pezzi di terra nelle mani di pochi; promosse l’equa ripartizione delle terre a tutti i contadini. Per l’industria invece, predispose la completa e totale nazionalizzazione: le fabbriche divennero di proprietà dello stato rivoluzionario. Nel contempo, si spese molto per incentivare l’utilizzo di fondi a sostegno dell’istruzione e la sanità, due elementi imprescindibili del suo modo di essere.
Ideali rivoluzionari
Nonostante il suo incarico politico a Cuba, Ernesto Guevara non dimenticò mai i suoi ideali rivoluzionari, che puntavano alla liberazione degli oppressi, di tutti gli oppressi. Quando era ministro, si occupò della causa rivoluzionaria di Panama e della Repubblica Dominicana; due tentativi che però, non ebbero molto seguito. Nel frattempo, recatosi a New York nel dicembre del 1964 per parlare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, incontrò molte figure illustri, che combattevano per la sua stessa causa, tra cui Malcolm X. Nel 1965 Guevara si ritirò dalla vita pubblica e dagli incarichi politici cubani. Nel frattempo aveva girato il mondo e conosciuto le condizioni del popolo in Africa, Asia ed in alcune località europee. Dopo qualche tempo decise di abbracciare di nuovo la causa rivoluzionaria: prima in Congo e poi in Bolivia. Nel 1965 in Congo, Guevara era intenzionato a portare il modello di rivoluzione cubana. Tuttavia il suo tentativo non ebbe successo, e la rivolta fu repressa brutalmente.
In Bolivia: strategia, arresto e uccisione
Anche se non ci sono informazioni certe, si sa che Che Guevara era in Bolivia sin dai primi mesi del 1967, intenzionato a sostenere la rivolta dell’Esercito di Liberazione Nazionale contro le forze ufficiali. Guevara divenne presto il comandante delle truppe che fronteggiarono l’esercito regolare nei dintorni di Santa Cruz. Tuttavia le cose si misero abbastanza male per i rivoluzionari. Il partito comunista boliviano non diede l’appoggio sperato nella rivoluzione, in quanto troppo filosovietico (ed in quel periodo, i rapporti di Cuba erano più vicini alla Cina comunista che alla Russia); inoltre Guevara e i suoi non avevano messo in conto che l’esercito boliviano sarebbe stato supportato in armi e truppe, dalla CIA. Gli errori furono fatali ed in pochi mesi, il Che ed il suo battaglione si trovarono accerchiati. L’8 ottobre 1967, Guevara venne catturato nei pressi del villaggio La Higuera e venne ucciso il giorno dopo mediante esecuzione. Le foto degli ufficiali boliviani accanto al corpo senza vita del Che, vennero diffuse a tutti gli organi di stampa. L’uccisione del Che Guevara però, non fu gradita alla CIA, la quale avrebbe ritenuto più vantaggioso avere Guevara come prigioniero vivo.
Che Guevara: icona di un rivoluzionario
Ernesto Che Guevara spese la sua intera vita a favore degli ultimi, per migliorarne le condizioni di vita e per difenderli. I suoi ideali rivoluzionari furono uno dei leitmotiv del ’68 e le sue idee furono il simbolo di più generazioni. Si spese molto per l’istruzione e la sanità, nella Cuba che divenne la sua casa. Gli effetti di una sanità efficiente e gratuita, ed una scuola accessibile a tutti, sono visibili ancora oggi sull’isola, laddove è ancora vigente un regime che resiste all‘imperialismo americano, nonostante anni di embargo. La figura di Che Guevara ha ispirato molte generazioni, e fa da motivatore per lottare contro la povertà, il disagio, e le ingiustizie che affliggono il nostro mondo.







