Torino: Salone del Libro 2025. Edizioni Melagrana si ripresenta allo Spazio Campania, questa volta con il nuovo saggio di Rino Malinconico “Aporia del Moderno. Saggio sul Nichilismo”.
Sul palco dello Spazio Campania, allestito presso il Padiglione Oval del Lingotto di Torino, il filosofo Rino Malinconico, e Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, e Ivan Mosca, docente e ricercatore universitario. Tre figure di rilievo nei rispettivi campi, che, insieme, hanno presentato il libro “Aporia del Moderno. Saggio sul Nichilismo“, come il primo di una ampia trilogia sulle contraddizioni irrisolvibili della Modernità.
Cos’è “Aporia del Moderno”
Edizioni Melagrana si ripresenta nello Spazio Campania, questa volta con il nuovo lavoro di Rino Malinconico “Aporia del Moderno”, incentrato sul Nichilismo.
Così, nella giornata di apertura della manifestazione, sul palco dello Spazio Campania allestito presso il Padiglione Oval del Lingotto di Torino, il filosofo Rino Malinconico, il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, e il docente e ricercatore Ivan Mosca hanno presentato quest’ultimo lavoro di Malinconico.
“Aporia del Moderno. Saggio sul Nichilismo“ si annuncia come il primo di un’ampia trilogia, che si completerà, sempre con le Edizioni Melagrana, entro l’anno prossimo con l’indagine sull’Esistenzialismo e con la riflessione conclusiva sul Postmodernismo.
Al centro della ricerca di Malinconico sono le contraddizioni irrisolvibili della Modernità nella quale siamo immersi.
Nel libro presentato a Torino esse emergono a partire dal percorso filosofico del Nichilismo, ma sono visibilmente incardinate proprio nelle dinamiche individuali e collettive del nostro tempo, così cariche di difficoltà e illusioni.
Di fatto, iI nichilismo, categoria non circoscrivibile alla pura filosofia, si è presentato come una modalità particolarmente significativa del pensiero critico dell’Ottocento e del Novecento. Malinconico lo collega, sì, all’atteggiamento di disvelamento e disincanto presente in filosofi come Stirner, Nietzsche o Heidegger, ma sottolinea anche che ha attraversato, in forme diverse, l’insieme del pensiero moderno e contemporaneo.
Il libro insiste con particolare forza sull’intrinseca contraddittorietà del progetto moderno di emancipazione umana: pur nato con intenti universalistici, esso tende a produrre continuamente esiti opposti rispetto alle premesse.
In questo cortocircuito si inserisce il “nichilismo”, una categoria filosofica che Malinconico definisce come impianto ideologico mimetizzato, fondato su una falsa promessa di neutralità e su un’idea assolutamente totalizzante del “senso”. Il nichilismo, secondo l’autore, non è una risposta costruttiva alla crisi costitutiva della Modernità, ma la ricomprende in sé, portandola a una ancora più compiuta deriva. Ciò che si presenta come reazione antimoderna (come il tradizionalismo, il fondamentalismo, il comunitarismo o certe forme di spiritualismo) viene in realtà riassorbito all’interno della stessa logica moderna, che pretende di riorganizzare il mondo attraverso modelli universali e invariabilmente costrittivi.
“Aporia del Moderno” è perciò un affascinante viaggio nella contraddizione e nella complessità dell’esistenza.
La scrittura di Malinconico è densa, costellata di riferimenti teorici, ma sempre orientata a farsi capire con chiarezza dal lettore. E sempre attenta a mettere in discussione la pretesa di fondare l’esistenza su sistemi rigidi o totalizzanti.
Durante la presentazione è stato ribadito che questo saggio è il primo di una trilogia. I prossimi due testi partiranno da altre grandi angolazioni concettuali: l’esistenzialismo e il postmodernismo, anch’essi visti non tanto come specifiche correnti di pensiero, quanto piuttosto come ambigue reazioni allo scarto tra le promesse scintillanti della Modernità e gli esiti oscuri cui è approdata. Nella presentazione si è dunque discusso del “nichilismo” come oggetto da smascherare, mostrandone la funzione organicamente regressiva.
In ogni caso, lo stesso Malinconico ha convenuto con Acerbo e Mosca sulla necessità di tenere ben distinto il nichilismo (come esaltazione delle gerarchie naturali e come nostalgia latente dell’ancien régime) dal pensiero critico radicale che ugualmente ha attraversato la Modernità sul piano direttamente politico. La presentazione al Lingotto di Torino è stata, insomma, l’occasione per un confronto serrato su temi culturali ma anche politici in senso proprio.
È un dibattito che continuerà sicuramente anche rispetto ai contenuti dei volumi successivi.







