Il 16 febbraio 1959 Fidel Castro assume il comando di Cuba. Dopo aver abbattuto il governo filo-occidentale di Fulgencio Batista e, dopo un breve periodo di governo di transizione, a Fidel Castro toccò il difficile compito di gestire l’isola. Un compito certo non facile, se si pensa che tutte le realtà sudamericane, all’epoca erano sotto il giogo degli Stati Uniti. Per Cuba, date le dimensioni e la vicinanza alle coste americane, non sarebbe stato facile liberarsi dell’ingerenza che Washington rappresentava. Tuttavia Fidel, aveva il compito di guidare il paese verso un cambiamento totale. E riuscì nel suo intento.
Nel ruolo di primo ministro, fece in modo da accentrare il più possibile i poteri conferiti a tale ruolo, affinché potesse guidare al meglio la transizione. Per liberarsi degli Stati Uniti bisognava scacciare le compagnie che avevano proprietà industriali sul territorio cubano. Fu così che tra le prime azioni intraprese dal governo di Fidel Castro, venne inserita anche l’espropriazione di tutte le proprietà delle aziende americane presenti a Cuba. Inizialmente il governo Castro non si configurò come apertamente comunista, ma lo divenne in seguito, grazie al legame stretto con l’Unione Sovietica. Grazie a Mosca, riuscì a sottrarre anche le raffinerie cubane agli americani, i quali ne detenevano larga parte. Da quel momento i rapporti con Washington si fecero complicati. Successivamente fu interrotto qualsiasi rapporto diplomatico tra gli USA e l’isola.
Da quel momento, il popolo cubano conobbe l’embargo, imposto dagli Stati Uniti accuratamente evitato solo dai sovietici, i quali fornirono a Cuba gli aiuti necessari per resistere, ma anche gli armamenti militari per far fronte alla tensione crescente. La tensione che si fece forte, dapprima con il tentato golpe da parte di alcuni dissidenti a guida statunitense, miseramente fallito nel 1961 e poi con la famosa crisi missilistica dell’anno successivo. Da quel momento in poi, Cuba, diventata una realtà dichiaratamente comunista, si impegnò per mostrarsi al mondo come un’alternativa anti imperialista.
La reggenza di Fidel Castro come “Leader Maximo” dello stato cubano, passò alla storia, certamente per le vicissitudini rivoluzionarie e per la figura carismatica di Ernesto Che Guevara, ma anche per i cambiamenti radicali apportati nella vita quotidiana del popolo cubano. Fidel governò su Cuba fino al 2008, anno in cui passò il testimone al fratello Raul a causa dei suoi molteplici problemi di salute. Il Fidel che prese il potere il 16 febbraio 1959 sapeva bene quali fossero le sofferenze dei cubani ed intese operare per migliorare le condizioni generali di vita. All’interno del suo piano programmatico vi furono quindi: alfabetizzazione generalizzata, sanità efficiente ed accessibile a tutti, piani nazionali di sviluppo e ricerca.
Il lascito di Fidel Castro è quindi una Cuba controversa, laddove sicuramente le condizioni di vita non saranno ottimali, ma il tutto si fonda su solidarietà e condivisione. La povertà che caratterizza alcuni scenari de L’Avana sono dovuti a decenni di un embargo molto rigido, che ha impedito a Cuba i dovuti approvvigionamenti. Tuttavia la realtà cubana, vanta primati ed eccellenze notevoli nel mondo, ed è tutto frutto del progetto rivoluzionario di Fidel e Che Guevara. Cuba vanta uno dei tassi d’alfabetizzazione più alto al mondo ed un sistema sanitario accessibile a tutti e assolutamente all’avanguardia.
Medici specializzati cubani, sono da anni in prima linea per aiutare popolazioni colpite da catastrofi o epidemie. Come dimenticare l’equipe di medici cubani giunta in Italia a supporto dei nostri medici contro il Covid-19. Ancora, Cuba ha quasi ultimato il suo vaccino, “Soberana“, uno dei pochi al mondo ad essere frutto di un progetto di ricerca nazionale, che potrebbe essere messo a disposizione delle popolazioni più povere del mondo. Ancora una volta, Cuba potrebbe dare sfoggio della sua efficienza, mettendo a disposizione un vaccino per chiunque ne abbia esigenza, lontana però dalle logiche capitaliste di business che stanno caratterizzando la distribuzione in Europa. Anche questo è un lascito di Fidel e di quel 1959 che cambiò le carte in tavola.